- In attesa di riprendere le crociere - l'obiettivo è di ripartire il prossimo primo novembre - il consumo di cassa previsto dal gruppo statunitense Royal Caribbean per un prolungato periodo di sospensione dell'attività è pari a 250-290 milioni di dollari al mese, scenario che l'azienda sta affrontando adottando iniziative per incrementare la liquidità e per ridurre ulteriormente le spese. Spese che nel secondo trimestre di quest'anno, il primo periodo trimestrale completo ad aver subito l'impatto sull'attività della pandemia di Covid-19 che ha costretto il gruppo ad interrompere le operazioni lo scorso 13 marzo, sono ammontate a 680,4 milioni di dollari su ricavi pari a soli 175,6 milioni di dollari, con riduzioni rispettivamente del -55,9% e del -93,7% sul secondo trimestre del 2019. Sbilancio tra costi e ricavi che ha prodotto un risultato operativo fortemente negativo e pari a -1,28 miliardi di dollari rispetto ad un utile operativo di 573,6 milioni nel periodo aprile-giugno dello scorso anno. Il gruppo americano ha chiuso il secondo trimestre del 2020 con una perdita netta di -1,63 miliardi di dollari rispetto ad un utile netto di 480,0 milioni di dollari nel corrispondente periodo dello scorso anno.
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- Quasi azzerato il numero di passeggeri che nel secondo trimestre di quest'anno sono saliti a bordo delle navi dei marchi crocieristici del gruppo - Royal Caribbean International, Celebrity Cruises, Silversea, Azamara, TUI Cruises e Hapag-Lloyd Cruises - rispetto a 1,66 milioni di passeggeri nel periodo aprile-giugno del 2019.
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