- Un provvedimento di autotutela del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti oppure un ricorso al TAR del Lazio. Secondo l'Unione Piloti queste potrebbero essere le due strade percorribili per indurre il MIT a fare marcia indietro rispetto alle modifiche contenute nelle indicazioni diffuse lo scorso agosto dal Ministero in merito ai criteri e meccanismi tariffari per il servizio di pilotaggio. In un convegno dal titolo “Nuovi criteri e meccanismi tariffari, l'Unione Piloti non farà il Don Chisciotte”, incontro aperto a tutti i piloti di porto indipendentemente dalla loro sigla sindacale che si è tenuto martedì scorso a Trapani, il presidente dell'Unione Piloti, Vincenzo Bellomo, ha spiegato che «tra le criticità maggiori figurano: il fattore K1 (presenza in stazione) che, secondo il MIT, va rivisto tenendo conto di una percentuale minima di presenza dei piloti in turno indicativamente pari al 70%, (la percentuale attualmente fissa e stabilita nella misura del 5% per il godimento dei mezzi nautici - ha precisato Bellomo - verrebbe sostituita con tre percentuali differenziate in base all'età media delle pilotine pari al 3,6% per le pilotine con età da 0 a 10 anni, al 2,6% per quelle di età tra gli 11 e i 20 anni, e all'1% per quelle di età compresa tra 21 e 30 anni) e il passaggio dalla spesa ammessa a quella reale che azzererà la quota risparmio».
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- Il segretario dell'Unione Piloti, Ciro Romano, ha evidenziato che la rimodulazione del K1 (disponibilità piloti in servizio) comporterà «un riallineamento del punto zero. In pratica - ha rilevato Romano - si tratta di una nuova definizione del punto di partenza che, a chi adesso garantisce il 70% delle presenze non assicurerà il riconoscimento di un K +35 e che questo, se non subito nel prossimo futuro, sarà zero. La percentuale del 5% per il godimento dei mezzi nautici- ha osservato - è qualcosa che incide fortemente sui piloti in servizio e farà scendere la loro retribuzione di più del 10%».
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- Nel suo intervento il capitano Romano ha tracciato un parallelo con gli ormeggiatori, rilevando che questi, pur svolgendo un'attività liberalizzata di recente, utilizzano la medesima formula dei piloti, godendo - ha specificato - però di criteri assai più favorevoli. Osservando che, a tal proposito, non si spiega come il MIT e l'utenza possano per gli ormeggiatori accettare di ritenere congrui criteri che per i piloti sono stati messi in discussione, Romano ha ricordato che «per gli ormeggiatori come riferimento si prende la paga base del dirigente più alto delle Autorità Portuali con il riconoscimento di una maggiorazione convenzionale forfettaria del 55%. Per i piloti - ha constatato Romano - il valore della paga base del pilota Eb, stabilito in 2.043,80 euro, nemmeno la paga del primo ufficiale, non sono previsti: l'EDR; gli aumenti periodici di anzianità, con un massimo di cinque scatti, tanto meno il riconoscimento di una maggiorazione convenzionale forfettaria del 55%. Al pilota inoltre non viene riconosciuta, come per gli ormeggiatori, la retribuzione della 13ma e 14ma mensilità ed in formula il moltiplicatore mentre per i piloti è 12 per gli ormeggiatori è 14. I giorni di assenza retribuiti del pilota sono composti da: ferie pari a cinque settimane, 12 giorni di festività, quattro giorni per festività soppresse, un giorno in caso di documentati esami clinici (visite e interventi specialistici), un giorno per assemblee, tre giorni per lutto, tre giorni per la tutela della maternità e paternità, tutti conglobati nel divisorio n/32, di conseguenza l'incidenza del K 2, 3 e 4 dovrà prevedere un ulteriore divisorio pari a 42/52 ovvero 0,808 proprio come avviene per l'altro servizio. I divisori dei K devono rappresentare il numero dei piloti in servizio con esclusione dei Capi Pilota, fuori servizio, così come vengono esclusi i fuori turno per il servizio di ormeggio. I piloti, a differenza degli ormeggiatori, hanno quale divisore mensile 173 e non 168, ai piloti quindi non viene applicato nessun ROL. Infine le ore settimanali sono 40 mentre per gli ormeggiatori sono 39, di conseguenza il divisore per loro è 31 e per noi 32».
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- Romano ha poi lamentato che, nonostante fosse stata discussa in più riunioni ministeriali la modifica della quota federale del 2%, quest'ultima, inaspettatamente, non è stata inserita nel documento riassuntivo dell'attività istruttoria e, parimenti, non è stata inserita la rimodulazione dell'aliquota da destinare al Fondo Piloti anch'essa ampiamente discussa.
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- Nel corso della riunione sono state vagliate varie ipotesi per indurre il Ministero a fare marcia indietro: uno sciopero è stato ritenuto impraticabile poiché si potrebbe incorrere nel reato di interruzione di pubblico servizio, mentre due strade giudicate praticabili sono un provvedimento di autotutela del MIT oppure un ricorso al TAR del Lazio. Come era intuibile dal titolo del convegno, l'Unione Piloti ha specificato che non intraprenderà autonomamente alcuna azione ritenendo che - ha spiegato Vincenzo Bellomo - spetti «all'intera categoria, indipendentemente dall'appartenenza all'una o all'altra sigla sindacale, decidere il da farsi su un tema importante come quello del ricorso avverso i nuovi criteri e meccanismi tariffari».
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