- In una dichiarazione congiunta le associazioni europee che rappresentano i settori del trasporto delle merci e dei passeggeri hanno esortato i politici dell'Unione Europea ad adottare un quadro comunitario sulla governance dei dati business-to-business che assicuri parità di condizioni per tutti gli attori dell'economia digitale, quadro che - secondo le associazioni - dovrebbe includere esplicitamente il principio della fornitura volontaria di dati e dovrebbe chiarire i ruoli e le responsabilità degli aggregatori di dati e i diritti dei generatori di dati.
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- La dichiarazione è stata sottoscritta da International Road Transport Union (IRU), International Association for Public Transport authorities (UITP), European Automobile Manufacturers Association (ACEA), The Community of European Railway and Infrastructure Companies (CER), European Shippers' Council (ESC), European Association of Automotive Suppliers (CLEPA), Airlines for Europe (A4E) ed European Community Shipowners' Associations (ECSA).
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- Nel documento le otto associazioni hanno evidenziato che il settore dei trasporti fa sempre più affidamento sullo scambio di grandi quantità di dati personali e non personali tra più attori, quantità che sono inoltre in rapida crescita a seguito delle innovazioni introdotte nel settore. «Riteniamo - hanno scritto IRU, UITP, ACEA, CER, ESC, CLEPA, A4E ed ECSA - che i dati e la digitalizzazione offrano nuove opportunità in tutti i sistemi logistici e di mobilità nonché per tutti i cittadini e le aziende dell'UE. Inoltre, gli sforzi per digitalizzare il settore dei trasporti contribuiranno anche al raggiungimento degli obiettivi del Green Deal dell'UE. Tuttavia siamo perfettamente consapevoli delle sfide da superare per sbloccare il potenziale dell'economia dei dati».
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- IRU, UITP, ACEA, CER, ESC, CLEPA, A4E ed ECSA hanno specificato che le sfide da affrontare sono quelle della «sfiducia delle parti interessate che i dati verranno usati nel rispetto degli accordi contrattuali o anche senza di questi, dato l'ineguale potere contrattuale tra le parti; la mancanza di incentivi economici, incluse le preoccupazioni sulla competitività e la tutela degli interessi commerciali; il rischio di appropriazione indebita di dati da parte di terzi, con conseguenti potenziali problemi di tutela dei consumatori e di responsabilità legale; una mancanza di certezza del diritto sulla governance dell'accesso e dell'utilizzo dei dati (inclusi i dati co-creati, come quelli correlati all'Internet of Things) e del loro riutilizzo e redistribuzione; una mancata comprensione dei costi complessivi associati alla generazione, elaborazione, archiviazione e distribuzione dei dati». IRU, UITP, ACEA, CER, ESC, CLEPA, A4E ed ECSA hanno sottolineato che alla luce di queste sfide «è necessario adottare misure per garantire pari opportunità a tutti i partner commerciali dell'economia digitale» e che, «a tal fine, è necessaria una struttura di governance equa e trasparente per i dati business-to-business».
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- Per le otto associazioni, il primo principio nel quadro dell'UE sulla governance dei dati dovrebbe prevedere la fornitura volontaria dei dati in quando - secondo le associazioni - «la fornitura obbligatoria di dati aziendali potrebbe ostacolare la competitività delle imprese europee aumentando il potere di poche grandi aziende a scapito di attori più piccoli come le PMI». Per IRU, UITP, ACEA, CER, ESC, CLEPA, A4E ed ECSA, quindi, «lo scambio di dati B2B dovrebbe continuare ad essere basato su accordi contrattuali volontari che costituiscono un'opzione flessibile ed efficiente. Questo principio - hanno precisato le associazioni - dovrebbe applicarsi a tutte le aziende, pubbliche o private, che operano un servizio esclusivamente commerciale o nell'ambito di un contratto di pubblico servizio e indipendentemente dalla loro struttura proprietaria».
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- Inoltre IRU, UITP, ACEA, CER, ESC, CLEPA, A4E ed ECSA hanno osservato che «gli obblighi e le responsabilità degli aggregatori di dati dovrebbero essere chiaramente definiti a livello dell'UE e i diritti dei generatori di dati dovrebbero essere esplicitamente riconosciuti. In particolare, la raccolta, l'archiviazione, l'elaborazione, la condivisione, l'uso, il riutilizzo, l'accesso e la sicurezza dei dati dovrebbero essere chiaramente definiti nei contratti B2B. Ciò - hanno rilevato - può aumentare la fiducia e attenuare i timori di un'appropriazione indebita dei dati».
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- Un altro principio, secondo le associazioni, dovrebbe riguardare la standardizzazione ed interoperabilità dei dati. «La mancanza di specifiche di interoperabilità e multimodalità concordate a livello dell'UE, ad esempio per le API o i formati di dati - hanno spiegato - costituisce un problema che rende difficile l'interoperabilità tra le piattaforme e aumenta il rischio di vincolamento alla piattaforma. Gli sforzi per la standardizzazione - hanno specificato IRU, UITP, ACEA, CER, ESC, CLEPA, A4E ed ECSA - devono tenere conto delle realtà economiche ed operative delle aziende di trasporto e non rappresentare un onere eccessivo».
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- Un altro principio dovrebbe essere volto a «promuovere lo sviluppo delle competenze per accrescere la competitività» ed un altro dovrebbe prevedere un sostegno finanziario in quanto - hanno sottolineato IRU, UITP, ACEA, CER, ESC, CLEPA, A4E ed ECSA - «l'impatto sul settore della transizione verso un'economia digitale non va sottovalutato, in quanto i costi fissi sono elevati e i margini bassi. Per abbracciare la digitalizzazione - hanno concluso le associazioni - il settore dei trasporti chiede chiarezza giuridica e normativa, ma anche sostegno finanziario anche per le piccole e medie imprese».
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