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BIMCO, la strategia dell'UE per il riciclaggio delle navi sicuro e rispettoso dell'ambiente si è rivelata fallimentare
L'associazione evidenzia che per gli armatori risulta impossibile demolire le loro grandi navi nei cantieri approvati dall'UE
3 dicembre 2020
L'associazione armatoriale internazionale BIMCO ha sostenuto senza mezzi termini che per gli armatori che devono demolire navi ormai dismesse è impossibile ricorrere all'operato dei cantieri navali autorizzati dall'Unione Europea ad effettuare il riciclaggio di unità navali. Ricordando che recentemente l'UE ha aggiornato l'elenco degli stabilimenti autorizzati ad effettuare tale attività ( del 13 novembre 2020), il segretario generale del BIMCO, David Loosley, ha osservato che se da un lato «è positivo che l'elenco UE degli impianti di riciclaggio approvati sia stato ampliato», dall'altro «il problema di fondo persiste: la capacità necessaria per la grande flotta battente bandiera dell'UE - ha spiegato Loosley - semplicemente non c'è, il che risulta particolarmente evidente quando si tratta di riciclare, conformemente al regolamento dell'UE, navi di dimensioni Panamax o più grandi».
«A tutti gli effetti - ha specificato il segretario generale dell'associazione armatoriale - la Turchia è l'unica nazione dell'elenco che provvede al riciclaggio di navi Panamax. Ma al momento i cantieri turchi sono impegnati principalmente nel riciclaggio di navi da crociera e quindi non sono in grado di gestire altri tipi di navi».
Il BIMCO ha sottolineato che, stando così le cose, gli armatori non hanno altra alternativa se non quella di riclassificare le loro navi ormai obsolete ponendole sotto Stati di bandiera che non fanno parte dell'Unione Europea.
Non lo ha affermato espressamente, ma il segretario generale del BIMCO ha lasciato intendere che la strategia dell'UE per far sì che la demolizione delle navi avvenga con modalità sicure e rispettose dell'ambiente si è rivelata fallimentare: «l'intenzione di proteggere l'ambiente e di garantire la sicurezza del lavoratori - ha affermato Loosley - è esemplare, ma al BIMCO avremmo voluto che l'UE avesse invece indirizzato le proprie buone intenzioni verso la ratifica della Convenzione di Hong Kong», la normativa internazionale del 2009 sul riciclaggio delle navi sicuro e compatibile con l'ambiente che ad oggi non è ancora entrata in vigore ( del 15 maggio 2009).
Il BIMCO ha evidenziato inoltre che, anche se si potesse demolire le navi in uno dei cantieri autorizzati dall'Unione Europea, la differenza di prezzo dell'acciaio comporterebbe per gli armatori che si dovessero avvalere di questi stabilimenti una perdita pari ad almeno 150 dollari per tonnellata rispetto alla demolizione della nave in un cantiere indiano, soldi - ha sottolineato l'associazione - che potrebbero essere utilizzati ad esempio per investire in navi più moderne.
Riferendosi poi ad un rapporto aggiornato sull'elenco europeo degli impianti di riciclaggio delle navi che è stato commissionato alla Marprof Environmental dal BIMCO, secondo cui le regole imposte essere ammessi nell'elenco non riflettono la realtà commerciale e non tengono conto della carenza di capacità di demolizione di grandi navi, il BIMCO ha evidenziato che il rapporto rileva che in India ci sono dei cantieri che possono risultare conformi alle regole europee e che risultano essere anche adeguati dal punto di vista commerciale. Prendendo in esame l'attuale situazione delle attività di demolizione navale in India, il rapporto ricorda che 20 cantieri indiani hanno presentato istanza per essere inclusi nell'elenco degli impianti autorizzati dall'UE, ma nessuno di questi è stato accettato. Inoltre si specifica che altre due ispezioni condotte dalla Commissione Europea in India nell'ottobre del 2019 hanno accertato che uno dei due stabilimenti presenta caratteristiche e operazioni conformi a quanto richiesto per essere ammessi nell'elenco, ma tuttavia dall'ispezione è risultato che le infrastrutture locali in termini di ospedali e di impianti di gestione dei rifiuti a valle non sono adeguate.
Ritornando poi agli ostacoli che impediscono agli armatori di avvalersi degli impianti di riciclaggio delle navi autorizzati dall'UE, il BIMCO ha specificato che i cantieri navali del Nord Europa concentrano la loro attività di demolizione nello smantellamento degli impianti offshore, attività che risulta assai più remunerativa. A ciò - ha precisato ancora il BIMCO - si aggiunge la questione della Brexit, con un'uscita del Regno Unito dall'UE che costringerebbe i cantieri navali britannici a presentare nuovamente domanda per essere ammessi nell'elenco europeo.
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