Quotidiano indipendente di economia e politica dei trasporti
18:39 GMT+1
ICS, le nazioni non possono più invocare la forza maggiore per negare ai marittimi i loro diritti
Khosla: a due anni dall'inizio della pandemia, ora i governi non hanno più scuse
2 marzo 2022
In un recente rapporto, il Comitato di esperti dell'International Labour Organization (ILO) sull'applicazione delle convenzioni internazionali, manifestando notevole preoccupazione per il fatto che le violazioni della Maritime Labour Convention del 2006 possano ulteriormente aumentare a causa delle nuove restrizioni adottate dai governi per contenere la diffusione delle varianti del Covid-19, aveva rilevato «con profondo rammarico l'esistenza di casi di diniego di accesso a cure mediche a terra per i marittimi, anche in situazioni di estrema urgenza, nonché casi di persistente rifiuto di consentire lo sbarco dei marittimi malati o di consentire che i corpi dei marittimi deceduti possano essere rimossi dalle navi per il loro rimpatrio».
Inoltre il Comitato dell'ILO aveva ribadito il suo «profondo rammarico per il fatto che un certo numero di nazioni che l'hanno ratificata continui ad invocare la forza maggiore come motivo generale per negare il diritto allo sbarco a terra e per prolungare la durata del periodo di servizio a bordo oltre la data concordata e, in alcuni casi, oltre il periodo massimo fissato di 11 mesi. Questo tipo di situazioni - aveva osservato il Comitato - mettono in pericolo non solo la salute e la sicurezza dei marittimi interessati, ma anche la sicurezza della navigazione. Allo stesso modo alcune nazioni principali fornitrici di marittimi hanno continuato a rifiutarsi di consentire il ritorno dei loro marittimi nazionali; di conseguenza questi marittimi sono rimasti bloccati senza salario e con grande incertezza sul ritorno al loro paese d'origine».
Una situazione di estrema difficoltà per i marittimi che è stata nuovamente denunciata oggi anche dall'International Chamber of Shipping (ICS): «adducendo causa di forza maggiore - ha spiegato l'associazione marittima internazionale - i governi hanno aggirato le norme fondamentali sul benessere della gente di mare, come quelle contenute nella Convenzione sul lavoro marittimo. Però - ha evidenziato l'ICS - l'ILO ha ritenuto che, essendo trascorsi quasi due anni dall'inizio della pandemia, la forza maggiore non dovrebbe essere considerata un motivo valido per privare i marittimi dei loro diritti».
Ricordando che l'ILO ha esortato i governi a riconoscere i marittimi come lavoratori chiave, il responsabile dell'ufficio legale dell'ICS, Kiran Khosla, ha sottolineato che «ora il Comitato ha chiarito che i governi non possono più nascondersi dietro un cosiddetto caso di forza maggiore per negare alla gente di mare questi fondamentali diritti».
- Via Raffaele Paolucci 17r/19r - 16129 Genova - ITALIA
tel.: 010.2462122, fax: 010.2516768, e-mail
Partita iva: 03532950106
Registrazione Stampa 33/96 Tribunale di Genova
Direttore responsabile Bruno Bellio Vietata la riproduzione, anche parziale, senza l'esplicito consenso dell'editore