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Quarta analisi sull'efficienza dei corridoi logistici utilizzati per l'import-export di merci containerizzate in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto
È stata diffusa da Contship Italia e Studi e Ricerche per il Mezzogiorno
10 marzo 2022
Il gruppo Contship Italia, in partnership con SRM - Studi e Ricerche per il Mezzogiorno, ha diffuso oggi la quarta analisi sull'efficienza dei corridoi logistici utilizzati per l'import e l'export di merci containerizzate, un nuovo report - ha spiegato il direttore generale di SRM, Massimo Deandreis - che arriva in un momento complesso della nostra economia dove la forte ripresa è frenata dalle tensioni commerciali e geo-politiche internazionali. E oggi più che mai la logistica è al centro della sfida tanto per le problematiche sanitarie che per quelle economiche e commerciali internazionali. Proprio il Covid-19 - ha rilevato Deandreis - ha fatto emergere l'esigenza di una maggiore resilienza, unitamente a temi di crescente attualità come la sostenibilità e la solidità digitale».
L'edizione 2022 del report “Corridoi ed efficienza logistica dei territori” continua a esplorare come punti di origine e destinazione dei flussi commerciali, disponibilità dei servizi marittimi e infrastrutture logistiche, determinino la scelta di corridoi specifici da parte delle 400 imprese manifatturiere italiane localizzate in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna - le tre principali regioni italiane per export, che rappresentano il 40% del prodotto interno lordo italiano e più del 50% del totale delle esportazioni del Paese.
Il report è incentrato su Lombardia, Emilia Romagna e Veneto che sono le tre principali regioni italiane in termini di interscambio commerciale con l'estero. «In totale, nel 2020 - spiega l'analisi di Contship Italia e SRM - queste tre regioni hanno totalizzato 430 miliardi di euro di import/export (corrispondenti al 53,5% dell'interscambio italiano con l'estero), dato in calo rispetto al 2019 (-10,2%). Per il 2021, in base ai dati del primo semestre, il commercio estero delle tre regioni potrebbe aumentare del 24,2%, portandosi a circa 507 miliardi di euro a fine anno. Nel dettaglio, la Lombardia copre il 29,1% (233 miliardi nel 2020) del commercio estero italiano, il Veneto il 12,6% (101 miliardi) e l'Emilia Romagna l'11,8% (95 miliardi)».
«Il tessuto imprenditoriale nelle tre regioni - rileva il rapporto - è molto attivo e rappresenta una parte cospicua del Pil italiano; esattamente il 40,4%, così ripartito: Lombardia 22,2%; Veneto 9,2%; Emilia Romagna 9%. L'interscambio marittimo è un'importante componente (seconda solo al trasporto su strada) del commercio estero di queste regioni: fatta 100 la somma delle quattro modalità di trasporto (escludendo quindi la componente non specificata nel database dell'Istat), il commercio via mare rappresenta il 26,7% per la Lombardia, il 30% per il Veneto, il 36,8% per l'Emilia Romagna (33,2% la media italiana)».
L'ultimo report rileva una riduzione del numero di imprese che tratta volumi containerizzati elevati sia in export sia in import. «Il container - ricorda l'analisi - rappresenta un elemento importante per il trasporto della merce italiana all'estero e viceversa (essendo il nostro Paese fatto prevalentemente di imprese manifatturiere). Il tessuto imprenditoriale italiano (quindi anche delle regioni oggetto della survey), fatto tuttavia di medie e piccole entità, si riflette nell'intensità dell'utilizzo dello strumento: la maggior parte delle aziende “scambia mediamente non più di un container a settimana”, sia in esportazione che in importazione. Le aziende che movimentano oltre 50 container l'anno in export sono solo il 9% del totale (in calo rispetto al 18% osservato l'anno scorso, ed al di sotto della media del periodo di analisi, pari a 12%). In calo anche la percentuale di imprese che eccedono i 50 container l'anno in importazione, quest'anno solo pari al 4%». Il rapporto precisa tuttavia che « la consistente differenza nei risultati, specie in import è in parte dovuta al fatto che il campione ogni anno è scelto random (quindi il campione non è fatto sempre dello stesso panel di imprese), pur se all'interno di una determinata distribuzione settoriale. Dall'altro è probabile che molte imprese si posizionino al confine tra il limite dei 50 container e quello di oltre i 50, per cui la possibilità di cambiare range di anno in anno può essere alta. In ogni caso, nell'analisi dei risultati della corrente edizione occorre tener conto della maggior presenza di imprese più piccole in termini di scala di trasporto».
L'analisi rivela anche una ripresa del trasporto intermodale, che tuttavia presenta ancora ampi margini di miglioramento: «il dato del 2021 - chiarisce il report - mostra una dinamica positiva con un numero maggiore di imprese che optano per l'utilizzo combinato del trasporto strada/ferrovia (dal 10% al 23% e con una media del 17% nei quattro anni di analisi). L'Emilia Romagna è la regione con la dinamica migliore e con una media che si attesta al 21%. Seguono Lombardia e Veneto (rispettivamente 19% e 13% le medie)».
Quanto ai porti a servizio dell'import-export di Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, l'analisi di Contship Italia e SRM specifica che «il porto di Genova perde qualche punto ma conferma la sua posizione come porto più utilizzato dalle imprese manifatturiere nelle tre ragioni campione. È stato chiesto alle aziende manifatturiere - spiega l'analisi - di indicare quali siano “i due porti principalmente utilizzati per esportare e per importare”. Il porto di Genova è stato citato dal 68% degli esportatori (85% nel 2020 e 76% in media nei quattro anni di analisi) e dal 67% degli importatori (88% nel 2020; 71% la media). Venezia, La Spezia e Ravenna vengono citati tra i due porti preferiti rispettivamente dal 23%, dal 18% e dal 16% delle imprese (con il dato di Ravenna in crescita, rispetto agli anni precedenti). Da segnalare che il dato di Genova arriva a sfiorare il 100% per le aziende localizzate in Lombardia. Si attesta al 54% per l'export e al 67% per l'import in Veneto, il 52% in export e l'8% in import nel caso delle aziende emiliane. Quindi - sintetizza il rapporto - mentre per le aziende lombarde si può dire che Genova e La Spezia sono i principali porti utilizzati dalle imprese, in Veneto la scelta cade su Genova e Venezia, con discrete percentuali anche per La Spezia e Trieste. Per l'Emilia Romagna, Genova e Ravenna sono i porti maggiormente utilizzati dalle imprese».
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