- «Affrontare gli ostacoli alla transizione potrebbe costituire la singola questione più importante che l'industria dello shipping deve affrontare nel suo percorso verso la decarbonizzazione». Lo ha evidenziato l'associazione armatoriale internazionale Bimco presentando oggi una propria nuova aggiornata posizione sul tema della riduzione dei gas serra emessi dalle navi. Nel documento l'associazione conferma di sostenere la strategia iniziale dell'Internazional Maritime Organiation (IMO) volta a azzerare le emissioni di carbonio dello shipping entro il 2050, specificando tuttavia che ad avviso del Bimco è necessaria una maggiore ambizione. In particolare, secondo l'associazione, per avere successo la strategia di decarbonizzazione del trasporto marittimo dovrebbe essere attuata attraverso nuove soluzioni commerciali e con responsabilità condivise tra noleggiatori di navi e armatori, così come saranno necessarie la collaborazione e l'assunzione di responsabilità delle parti interessate, ovvero armatori, caricatori, noleggiatori, fornitori di energia, cantieri navali e produttori di motori.
-
- Per il Bimco, di particolare rilevanza è la questione dell'attribuzione della responsabilità della fissazione del prezzo del carbonio e l'associazione ritiene che sulla parte commerciale che è responsabile della determinazione della velocità della nave e della sua rotta dovrebbero anche ricadere quote o crediti di emissione nell'ambito di una misura basata sul mercato: «riteniamo - ha chiarito il segretario generale e CEO del Bimco, David Loosley - che nel caso di un noleggio a tempo questa responsabilità dovrebbe ricadere sul noleggiatore, mentre per un noleggio a viaggio dovrebbe ricadere sulla parte che impegna la nave in questo noleggio».
-
- Il Bimco ha rimarcato anche l'importanza dell'implementazione a livello globale di una misura basata sul mercato, misura che dovrebbe presentare prevedibilità e stabilità per quanto riguarda il prezzo del carbonio ed essere pertanto adatta ad essere inclusa nei contratti commerciali.
-
- L'associazione armatoriale ha anche messo in guardia dall'applicazione di misure retroattive: Loosley ha evidenziato che «eccessive misure tecniche retroattive, se applicate alle navi attualmente in esercizio, potrebbero indurre ad un prematuro ritiro delle navi. Ciò - ha specificato - potrebbe avvenire nella forma di una rimozione ingiustificata di capacità necessaria nell'ambito delle supply chain globali e determinare ulteriori emissioni non necessarie generate dalla costruzione di nuove navi».
|