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La statunitense FMC intima ai vettori marittimi containerizzati di comunicarle ulteriori dati commerciali e operativi
Sotto esame le alleanze 2M, Ocean Alliance e THE Alliance
6 maggio 2022
L'agenzia federale statunitense Federal Maritime Commission (FMC) ha imposto alle tre principali alleanze mondiali tra compagnie di navigazione containerizzate di inviare all'agenzia governativa americana maggiori informazioni sulle tariffe dei loro servizi marittimi di linea nonché sulla capacità di stiva messa a disposizione di caricatori e spedizionieri. In particolare, la 2M, alleanza costituita dalle compagnie Maersk e MSC, la Ocean Alliance, formata da CMA CGM, COSCO, Evergreen e OOCL, e la THE Alliance, costituita dalle compagnie Hapag-Lloyd, HMM, ONE e Yang Ming, dovranno fornire alla FMC dati uniformi sui noli praticati per le singole rotte e per tipologia di container e di servizio che il Bureau of Trade Analysis (BTA) dell'agenzia utilizzerà per valutare il comportamento delle compagnie e la competitività del mercato del trasporto marittimo containerizzato.
Se dall'ordine di comunicare tali dati dettagliati traspare la volontà della FMC di imporre il proprio ruolo di regolatore del mercato ai fini della salvaguardia della competitività a vantaggio degli scambi commerciali degli USA, da un altro punto di vista l'intimazione di rendere noti all'agenzia informazioni più circostanziate sull'attività commerciale e operativa di questi vettori marittimi sembra avvalorare l'ipotesi tutt'altro che peregrina che i precedenti tentativi dell'authority americana di valutare la competitività del mercato si siano infranti di fronte ad una miriade di informazioni non omogenee fatte di innumerevoli noli contrattuali, noli spot e di una moltitudine di surcharge e tariffe aggiuntive di diversa natura che rendono sempre più difficoltoso per i clienti, ma anche per le autorità regolatorie, confrontare le offerte dei carrier marittimi.
Non è un caso, infatti, che la FMC abbia annunciato la decisione di imporre ai vettori marittimi di comunicare queste informazioni specificando che ciò è stato deciso a seguito di un esame della BTA, durato un anno, volto a determinare quali sono i dati necessari per analizzare correttamente il comportamento dei vettori e le tendenze del mercato. E ciò nonostante la stessa FMC ammetta che «le tre alleanze di carrier oceanici siano già soggette a requisiti di monitoraggio più frequenti e rigorosi rispetto a qualsiasi tipo di accordo registrato presso la Commissione. Le informazioni già raccolte - ha riconosciuto la FMC - includono dati operativi dettagliati, verbali di riunioni tra i responsabili dell'accordo e di riunioni regolarmente programmate con le parti dell'accordo nelle quali il personale della Commissione affronta le questioni più cruciali»,
Con tale affermazione la Federal Maritime Commission sembra confermare che i pur corposi dati sinora comunicati dalle compagnie di navigazione alla FMC non siano sufficienti a valutare lo stato e il comportamento del mercato del trasporto marittimo containerizzato. Oppure sembra avvalorare la tesi formulata da qualche vettore marittimo che le richieste, soprattutto quelle più recenti, dell'agenzia federale statunitense, ansiosa di individuare i colpevoli delle disfunzioni della supply chain mondiale e americana, rappresentino una forma di immotivata vessazione nei confronti delle società di navigazione.
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