Il disegno di legge 1696 “Ocean Shipping Antitrust Enforcement Act” che è stato presentato mercoledì scorso alla Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti e che prevede l'abrogazione di alcune esenzioni rispetto alle leggi antitrust degli USA, incluse quelle riservate al trasporto marittimo di linea, è fortemente avversato dal World Shipping Council (WSC), l'associazione che rappresenta le principali compagnie di navigazione containerizzate mondiali, secondo cui lo Shipping Act americano, così com'è, «stabilisce regole che forniscono certezza giuridica ai carrier marittimi al fine di condividere spazi di carico sulle navi garantendo mercati competitivi».
Obiettivo dell'Ocean Shipping Antitrust Enforcement Act è di abrogare l'esenzione ai carrier marittimi esteri rispetto a tutte le leggi antitrust federali. «Per troppo tempo - ha denunciato il deputato Jim Costa, relatore del disegno di legge - i monopoli marittimi stranieri hanno manipolato il settore del trasporto marittimo e hanno utilizzato pratiche commerciali sleali, danneggiando gli esportatori e i consumatori americani. Abbiamo assistito a ritardi, a congestione e a container vuoti lasciare i porti americani e ciò è ingiusto e fa lievitare i costi. La mia legislazione farà ricadere la responsabilità sui monopoli stranieri, ridurrà i costi e stabilirà condizioni di parità nel trasporto marittimo. Le navi mercantili battenti bandiera straniera devono capire che l'accesso al mercato americano e ai suoi consumatori è un privilegio, non un diritto. Il Congresso deve riportare un equilibrio nei nostri porti e affrontare l'annoso squilibrio commerciale che l'America ha nei confronti della Cina e di altre nazioni. Le grandi imprese devono rispettare le regole e i vettori marittimi battenti bandiera straniera - ha sottolineato Costa - godono di un'esenzione dalla legge antitrust federale di cui nessun altro settore dei trasporti gode: né le compagnie aeree, né le ferrovie, né il settore degli autotrasporti. Questa legislazione ci porta un passo più vicino nel proteggere i consumatori e le aziende americane dai prezzi gonfiati imposti da vettori marittimi battenti bandiera straniera».
Di tutt'altro avviso il World Shipping Council, secondo cui «nessuno ha offerto una valida ragione per cui dovremmo buttare via uno strumento così utile come i Vessel Sharing Agreements (VSA)», gli accordi di condivisione delle navi che intercorrono tra le compagnie di navigazione e che sono il pilastro portante degli attuali network di servizi di trasporto marittimo containerizzato. «La possibilità di condividere lo spazio sulle navi - ha sottolineato il WSC - consente a più vettori di fornire più servizi in modo più efficiente a più porti di quanto i vettori potrebbero fare individualmente, e ciò è positivo per i caricatori, per i porti, per i consumatori e per tutti i lavoratori che mantengono in funzione la rete globale di approvvigionamenti. La HR 1696 sopprimerebbe tale sistema e minerebbe la competitività e la scelta dei servizi di trasporto marittimo di linea».
Ricordando che un analogo disegno di legge era stato presentato all'ultimo Congresso senza raccogliere un significativo sostegno, il presidente e CEO del WSC, John Butler, si è detto convinto che l'impostazione del nuovo disegno di legge «derivi da un malinteso su come i VSA aiutano la supply chain a lavorare meglio. Non vediamo l'ora - ha concluso Butler - di lavorare con gli sponsor del disegno di legge al fine di comprendere meglio i loro obiettivi politici».