Se il più esteso intervento di forze navali militari
nella regione del Mar Rosso sta incrementando il livello di
sicurezza del traffico marittimo commerciale che vi transita,
tuttavia è ancora rilevante il numero di attacchi contro le
navi nell'area realizzato principalmente con droni e missili
lanciati dalla costa yemenita. L'ultimo è stato condotto ieri
contro la portacontainer
MSC United VIII del gruppo MSC
proveniente dallo scalo saudita King Abdullah Port e diretta al
porto pachistano di Karachi che è stata bersagliata con
missili antinave, assalto che è stato rivendicato dalle forze
armate yemenite dei miliziani Houthi. MSC ha reso noto che non ci
sono feriti tra i membri dell'equipaggio e sono in corso
accertamenti dei danni.
Se la MSC United VIII è stata colpita, ieri un
nutrito lancio di razzi è stato intercettato dalle forze
navali presenti nella regione: lo statunitense U.S. Central Command
ha comunicato che nell'area del Mar Rosso meridionale, nell'arco di
dieci ore, il cacciatorpediniere USS Laboon e velivoli F/A-18
Super Hornets della portaerei Dwight Eisenhower hanno
abbattuto dodici droni, tre missili balistici antinave e due missili
lanciati da terra.
A seguito di quest'ultimo attacco il gruppo MSC ha confermato
che tutte le proprie navi che erano previste transitare attraverso
il canale di Suez hanno cambiato rotta e circumnavigheranno l'Africa
passando per il Capo di Buona Speranza. Cambiamento di rotta che è
stato deciso anche da altre primarie compagnie di navigazione
mondiali, che tuttavia hanno rassicurato i clienti circa
l'intenzione di ritornare alla rotta attraverso Suez non appena le
condizioni di sicurezza lo permetteranno, come ha spiegato la danese
Maersk assicurando che, con il dispiegarsi dell'intervento militare
multinazionale dell'operazione “Prosperity Guardian” in
atto nella regione, la compagnia si sta preparando a ripristinare i
transiti eastbound e westbound attraverso il Mar Rosso. Precisando
che alcune proprie portacontainer stanno comunque attraversando il
Mar Rosso sulla base di una valutazione del grado di sicurezza,
anche la francese CMA CGM ha annunciato che sta elaborando piani per
un graduale aumento del numero di proprie navi che torneranno a
transitare per il canale di Suez.