I rilevanti risultati conseguiti dagli armatori nello sviluppo
dell'intermodalità e delle Autostrade del Mare rischia di
essere vanificato da recenti normative dell'Unione Europea. Lo ha
affermato Guido Grimaldi, presidente dell'Associazione Logistica
dell'Intermodalità Sostenibile ( ALIS), riassumendo i lavori
del consiglio direttivo dell'organizzazione che si è svolto a
Napoli e che è stato concluso dal viceministro delle
Infrastrutture e dei Trasporti, Edoardo Rixi.
Grimaldi ha ricordato che proprio l'Europa ha voluto fortemente
incentivare negli ultimi anni lo sviluppo dell'intermodalità
e delle Autostrade del Mare, con l'obiettivo di sottrarre i camion
dalle strade e ridurre le emissioni inquinanti, e che «in
Italia il settore ro-ro è cresciuto del +56% negli ultimi
dieci anni e si è evidenziata in particolare la centralità
dei traffici portuali del Tirreno, tra cui appunto i grandi
risultati prodotti dall'Autorità di Sistema Portuale del Mar
Tirreno Centrale con i porti di Napoli e Salerno. Come abbiamo più
volte sottolineato - ha avvertito il presidente di ALIS - questo
grande lavoro e questi grandi risultati raggiunti dagli armatori
rischiano però di essere fortemente compromessi da alcune
scelte compiute dall'Europa e, in particolare, dalle normative ETS e
Fuel EU Maritime che dall'inizio di quest'anno stanno tassando e
tasseranno il settore marittimo a danno di cittadini e imprese, con
notevoli impatti economici in particolare sulle navi battenti
bandiera italiana».
«Riteniamo pertanto opportuno - ha detto Grimaldi nel suo
intervento al consiglio direttivo di ALIS - intervenire sulla
direttiva ETS affinché non si crei: una distorsione della
concorrenza modale, in quanto rende il trasporto marittimo
(specialmente in riferimento alle Autostrade del Mare e alla
continuità territoriale con le isole dell'euro-mediterraneo)
meno competitivo rispetto alle altre modalità, e una
distorsione geografica, perché colpisce solo linee europee
che causano il 7,5% delle emissioni globali, escludendo così
il 92,5% delle emissioni globali».
«Considerando comunque che il trasporto marittimo
rappresenta oltre il 90% degli scambi mondiali e produce solo il
2,5% delle emissioni globali - ha aggiunto Grimaldi - per
contribuire concretamente alla decarbonizzazione riteniamo
prioritario agire con politiche globali e ci auguriamo che venga
presa in considerazione la soluzione dell'International Chamber of
Shipping che, anziché tassare gli armatori come sta facendo
l'Europa, propone di istituire un fondo di ricerca e sviluppo
alimentato attraverso una fee su tutte le emissioni mondiali, dal
quale attingere le risorse per produrre nuovi carburanti nei Paesi
in via di sviluppo e premiare gli armatori virtuosi che hanno
investito prima in nuove tecnologie».