All'inizio di quest'anno le navi per il trasporto di merci della
flotta mondiale che sono dotate di batterie elettriche per
l'alimentazione dei sistemi di propulsione e degli altri apparati di
bordo erano 879 a cui si aggiungevano altre 349 navi dotate di
batterie la cui costruzione era stata ordinata ai cantieri navali o
che al momento erano già in fase di realizzazione. Di tutte
queste navi, erano 94 quelle il cui sistema di propulsione è
interamente ad alimentazione elettrica o ibrido oppure ibrido
plug-in, di cui il 64% di queste unità navali sono impiegate
in servizi costieri, il 17% nella navigazione interna e il 19%,
quindi appena 18 navi, sono utilizzate per servizi marittimi
oceanici. Si tratta di una percentuale assai esigua della flotta
mondiale di navi cargo che dovrebbe essere incrementato per
raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni delle navi
stabiliti dall'International Maritime Organization. Lo evidenzia il
primo di tre paper sull'impatto ambientale delle batterie nel
trasporto marittimo oceanico realizzato dalla CIMAC (International
Council on Combustion Engines) e dal Maritime Battery Forum.
Il documento evidenzia che è assai elevato il potenziale
di applicazione delle batterie per supportare la decarbonizzazione
dello shipping. «Le batterie - ha sottolineato
l'amministratore delegato del Maritime Battery Forum, Syb Ten Cate
Hoedemaker - svolgeranno un ruolo importante nella decarbonizzazione
del settore marittimo». Tuttavia il rapporto specifica che,
con sole 18 navi cargo oceaniche elettrificate, il settore è
nella fase iniziale di adozione di questa tecnologia e c'è
ancora molta strada da fare per sfruttare al meglio i sistemi di
batterie installati sulle navi.
Il documento rileva che il numero ridotto di navi cargo
oceaniche ibride plug-in può essere messo in relazione con la
limitata disponibilità nei porti di impianti di cold ironing
per la ricarica delle batterie di bordo tramite il collegamento
delle navi alla rete elettrica di terra. Un problema, quello della
carenza di questi impianti, che ha un impatto anche sul settore del
trasporto marittimo di passeggeri e che è stato evidenziato
ancora una volta in questi giorni dall'associazione internazionale
delle compagnie crocieristiche CLIA, spiegando che se attualmente
sono 147 le navi da crociera che possono collegarsi agli impianti di
cold ironing, solo il 3% dei porti in cui fanno scalo queste navi è
dotato di banchine elettrificate.
Il paper di CIMAC e Maritime Battery Forum osserva che, quindi,
l'aumento del numero di banchine dotate di impianti di cold ironing
per la ricarica delle batterie di bordo può supportare lo
sviluppo dell'adozione di sistemi di batterie a bordo delle navi,
installazione che - precisa il documento - è più
difficoltosa sulle navi già in servizio rispetto
all'integrazione delle batterie nella progettazione di navi di nuova
costruzione. Tuttavia - sottolinea il paper - per raggiungere gli
obiettivi di riduzione delle emissioni stabiliti dall'IMO può
essere fondamentale disporre di soluzioni per un'installazione
facile e poco costosa delle batterie sulle navi già
operative.