Clean Maritime Fuels Platform, la nuova piattaforma costituita
dall'associazione degli armatori europei ECSA e da produttori di combustibili
(
del
12
settembre 2024), sollecita la politica europea a definire norme
utili a sbloccare investimenti nell'Unione Europea destinati alla
produzione di carburanti navali puliti. Ricordando che il recente
rapporto Draghi sul “Futuro della competitività
europea” identifica il trasporto marittimo come uno dei
settori più difficili da decarbonizzare, che richiederà
circa 40 miliardi di investimenti annuali tra il 2031 e il 2050, in
una dichiarazione odierna la Clean Maritime Fuels Platform
sottolinea che «l'accesso ai combustibili marittimi puliti
costituisce un'assoluta priorità per la decarbonizzazione del
settore dello shipping».
Evidenziando l'urgente necessità che investimenti sia
pubblici che privati debbano essere indirizzati a questo scopo e
concordando con le conclusioni del rapporto Draghi sugli
investimenti necessari per ridurre le emissioni, gli armatori e i
produttori di fuel esortano la politica ad introdurre norme per
ridurre il rischio degli investimenti in combustibili rinnovabili e
a basse emissioni di carbonio, «ad esempio - precisano -
tramite schemi basati su contratti per differenza e sugli auctions
as a service» e a lanciare bandi specifici nell'ambito
dell'Innovation Fund per la prima implementazione di soluzioni di
decarbonizzazione. E, a tal fine - rilevano - «i 20 milioni di
quote EU ETS assegnati alla decarbonizzazione del settore marittimo
fino al 2030 dovrebbero essere utilizzati il prima possibile».
Inoltre raccomandano di «ampliare gli attuali meccanismi di
finanziamento per le infrastrutture di rifornimento e di ricarica».
Osservando poi che la transizione energetica del trasporto
marittimo rappresenta un'opportunità per investire nella
capacità produttiva in Europa e per rendere l'UE un leader
mondiale nei carburanti puliti per lo shipping, armatori e
produttori di fuel chiedono che, al fine di sfruttare tale
opportunità, vengano create norme utili a sbloccare gli
investimenti nella produzione di carburanti marittimi puliti
nell'Unione Europea. «L'obiettivo - spiegano - dovrebbe essere
quello di creare una capacità produttiva europea in grado di
soddisfare il più possibile la domanda UE di carburanti
puliti per il trasporto marittimo in Europa, in linea con il
parametro di riferimento del NetZero Industry Act».
Riferendosi sempre al rapporto Draghi che rimarca il
significativo divario di prezzo tra i carburanti marittimi
convenzionali e i carburanti marittimi rinnovabili e a basse
emissioni di carbonio, con i secondi che possono essere fino a
cinque volte più costosi, armatori e produttori sottolineano
di sostenere fermamente le conclusioni del rapporto secondo cui l'UE
deve iniziare a costruire una filiera per i carburanti rinnovabili e
a basse emissioni di carbonio, altrimenti i costi per raggiungere i
suoi obiettivi climatici saranno significativi. «Il
potenziamento della produzione di carburanti puliti per il trasporto
marittimo in Europa - concludono - deve essere un pilastro del
prossimo Clean Industrial Deal e della Maritime Industrial
Strategy».