I terminalisti portuali si stanno dotando di un considerevole
numero di mezzi di movimentazione dei carichi ad alimentazione
elettrica che sostituiscono veicoli e attrezzature alimentate con
combustibili fossili e, se i porti non riusciranno a soddisfare la
conseguente crescente domanda di energia elettrica, in futuro si
potrebbero verificare inefficienze dell'operatività dei
terminal e, quindi, un rallentamento dei traffici portuali. Lo
evidenziano tre rapporti presentati oggi dalla Zero Emission Port
Alliance (ZEPA), l'iniziativa creata nel 2023 da terminal operator,
porti e produttori di mezzi portuali, che sono incentrati sulla
prevista domanda di attrezzature e veicoli portuali elettrici nel
periodo 2025-2035, sugli standard relativi ai mezzi portuali
elettrici e sul potenziamento delle infrastrutture energetiche nei
porti.
I rapporti evidenziano che la domanda di mezzi portuali
elettrici dovrebbe accelerare rapidamente nei prossimi anni, con i
soli terminal operator che aderiscono alla ZEPA e che attualmente
rappresentano il 15% del mercato mondiale che entro il 2035
acquisteranno quasi esclusivamente mezzi a batteria alimentati
elettricamente. In particolare, si prevede che tra il 2031 e il 2035
oltre il 94% degli acquisti di nuovi mezzi portuali da parte dei
terminal della ZEPA sarà costituito da mezzi elettrici
rispetto al 76% tra il 2025 e il 2030. Secondo la ZEPA, questo trend
sottolinea l'urgenza che i produttori di mezzi portuali allineino i
loro portafogli alla crescente domanda di questi prodotti. Inoltre,
si rileva che, se l'attuale divario di costo tra i mezzi portuali
elettrici e quelli diesel si azzererà entro il 2035, le
future vendite di mezzi elettrici saranno ancora più elevate
del previsto, con un'accelerazione del trend di crescita che è
corroborata dagli obiettivi di decarbonizzazione dei terminalisti
portuali e dall'introduzione delle nuove norme e politiche per la
decarbonizzazione.
Un impulso all'accelerazione dell'adozione di mezzi portuali ad
alimentazione elettrica potrebbe essere imposto anche dalla
standardizzazione nel mercato dei mezzi elettrici, la cui mancanza
ha sinora rappresentato un ostacolo alla loro diffusione che ha
determinato inefficienze, costi più elevati e una limitata
interoperabilità. A tal fine, il secondo rapporto presentato
oggi dalla ZEPA propone undici standard volontari incentrati sui
trattori portuali e sulle straddle carrier in quanto i primi mezzi
sono i veicoli portuali che producono la maggior quota di emissioni,
e quindi la loro elettrificazione determinerà un maggiore
impatto sulla decarbonizzazione, mentre le gru a cavaliere
elettriche presentano la maggior differenza di costo rispetto alle
straddle carrier diesel e sono più difficili da
elettrificare.
Il terzo rapporto si incentra invece sul potenziamento
dell'infrastruttura elettrica portuale che, se carente, potrebbe
determinare colli di bottiglia nel traffico dei container attraverso
gli scali portuali e raccomanda che autorità portuali,
operatori portuali e operatori della rete elettrica collaborino
strettamente affinché possa essere soddisfatta la domanda di
elettricità nei porti, valutando anche strategie per evitare
picchi di domanda e permettere una gestione flessibile dei carichi
elettrici, con l'obiettivo di massimizzare l'utilizzo della capacità
della rete elettrica esistente e di assicurare un'efficiente
decarbonizzazione del porto.
Attualmente a ZEPA hanno aderito APM Terminals, CATL, DP World,
InductEV, Kempower, Patrick Terminals, Rocsys, Sany, SSA Marine,
ZPMC e i porti di Aarhus e di Rotterdam.