
Il settore del trasporto marittimo, per decarbonizzarsi, può
ora avvalersi di ammoniaca e metanolo come combustibili, essendo il
secondo pronto per essere impiegato per operare a basse emissioni di
carbonio ed essendo il primo pronto per la sperimentazione.
Tuttavia, entrambi richiedono un impegno concertato affinché
si raggiunga la sufficiente maturità per consentire una
rapida scalabilità a partire dal 2030, in linea con gli
obiettivi di decarbonizzazione del settore. Lo osserva il nuovo
rapporto “From pilots to practice: Methanol and ammonia as
shipping fuels” della Getting to Zero Coalition del Global
Maritime Forum sottolineando che ciò rappresenta un
significativo aumento del grado di maturità di questi
carburanti rispetto alla prima edizione del rapporto del 2020.
Come per altri fuel alternativi per lo shipping, il nuovo
rapporto specifica che l'elemento chiave per il loro successo è
costituito dalla loro filiera, essendo in particolare necessario,
nel caso del metanolo, migliorare la disponibilità di
molecole verdi, e, per l'ammoniaca, validare e implementare
l'attività commerciale di rifornimento di ammoniaca nei
principali porti.
Relativamente al metanolo, il nuovo rapporto spiega che
attualmente sono oltre 60 le navi in servizio che possono essere
alimentate a metanolo, alle quali se ne aggiungeranno altre 300 già
ordinate ai cantieri navali, e il rifornimento di metanolo è
disponibile in circa 20 porti. Il documento precisa che la sfida
principale per l'impiego su larga scala del metanolo è la
disponibilità di metanolo verde, che rappresenta solo una
piccola quota dell'offerta totale e rimane di difficile accesso per
le compagnie di navigazione.
Quanto all'ammoniaca, il rapporto osserva che si sta rapidamente
avvicinando alla fase di test per il suo impiego quale combustibile
navale, con sperimentazioni sui motori marini che suggeriscono che
può ridurre le emissioni tank-to-wake sino al 95%. Il
documento ricorda che le prime imbarcazioni alimentate ad ammoniaca
sono state sperimentate con successo, che i test sui motori sono
quasi completati e sono in corso le prove per le operazioni di
rifornimento di ammoniaca, nessuna delle quali ha rivelato
importanti ostacoli al suo impiego.
Il nuovo rapporto della Getting to Zero Coalition, basato su
interviste a circa 40 primarie organizzazioni del settore, raccoglie
diverse proposte per accelerare lo sviluppo delle catene di
approvvigionamento di metanolo e ammoniaca formulate da coloro che
stanno programmando l'impiego di questi fuel. La prima esortazione è
a fornire incentivi politici e finanziamenti mirati per colmare il
divario di costo tra l'uso di metanolo e ammoniaca verdi rispetto
all'impiego di fuel convenzionali e per sostenere i primi
utilizzatori. Inoltre, tra le diverse proposte, si suggerisce di
istituire sistemi di certificazione del fuel solidi e armonizzati al
fine di sbloccare gli investimenti e prevenire il greenwashing e di
utilizzare sistemi book-and-claim per collegare la domanda globale
alla disponibilità di rifornimento di carburanti a emissioni
zero su rotte praticabili.
«Negli ultimi anni - ha commentato Jesse Fahnestock,
responsabile per la decarbonizzazione del Global Maritime Forum -
abbiamo assistito a eccellenti progressi nello sviluppo di
carburanti e tecnologie a emissioni zero, con metanolo e ammoniaca
che sono ormai passati dall'essere potenziali soluzioni a realtà
in fase di avvio e di prova. Tuttavia, siamo solo all'inizio del
nostro percorso e, da sola, la disponibilità della tecnologia
non è sufficiente. Per diffondere i carburanti a emissioni
zero al ritmo richiesto abbiamo bisogno dell'azione
dell'International Maritime Organization, dei responsabili politici
nazionali e dell'industria per creare le giuste condizioni propizie.
Ciò sarà essenziale tanto quanto lo sviluppo della
tecnologia stessa».