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Loyola de Palacio ha ribadito la necessità di un accordo di "open sky" tra UE e USA
Il vicepresidente della Commissione ha commentato il parere dell'avvocato generale della Corte di Giustizia UE, secondo cui gli accordi bilaterali sono in contrasto con le norme comunitarie
1 febbraio 2002
Il vicepresidente della Commissione Europea, Loyola de Palacio, responsabile dei settori Energia e Trasporti, ha riaffermato la necessità di stringere un accordo di "cielo aperto" tra l'Europa e gli Stati Uniti. Il tema è stato reso nuovamente di stretta attualità dall'intervento dell'avvocato generale della Corte di Giustizia delle comunità europee, Antonio Tizzano, che ha proposto alla Corte di dichiarare che gli accordi "open sky" sono in contrasto con il diritto comunitario, relativamente alle tariffe dei vettori statunitensi sulle rotte infracomunitarie, ai sistemi telematici di prenotazione ed alla clausola di nazionalità. In particolare, in merito alla violazione della competenza esterna della Comunità, l'avvocato generale Tizzano ha precisato che, in assenza di un'apposita base normativa, la "necessità" di concludere un accordo internazionale per raggiungere uno degli obiettivi del Trattato può dar luogo ad una competenza esterna esclusiva della Comunità solo qualora tale necessità sia affermata dalle competenti istituzioni comunitarie. Poiché il Consiglio UE ha escluso la necessità di concludere a livello comunitario un accordo di tipo "open sky" con gli USA, contrariamente a quanto sostenuto dalla Commissione - ha spiegato ieri la Corte - l'avvocato generale ha ritenuto che l'invocata competenza esclusiva della Comunità a concludere un tale accordo non possa quindi essere fondata sulla sua pretesa "necessità".Tizzano ha inoltre ricordato che, in virtù della giurisprudenza della Corte di Giustizia, tutte le volte che la Comunità adotta norme comuni su una determinata materia sul piano interno, gli Stati membri perdono il potere di contrarre con Stati terzi obblighi che incidano su queste norme. Pertanto - è stato sottolineato - in materie coperte da norme comuni, gli Stati membri non possono in nessun caso concludere accordi internazionali: qualsiasi iniziativa autonoma sarebbe infatti incompatibile con l'unicità del mercato comune.
La de Palacio ha precisato che «è ovviamente necessario attendere il giudizio della Corte, perché non possiamo pronunciarci che solo sulla base delle conclusioni». «Comunque - ha dichiarato - le conclusioni danno ragione all'azione della Commissione su sue punti assolutamente fondamentali: da una parte le clausole di nazionalità sono illegali, perché contrarie al Trattato, dall'altra il settore regolamentato dalle normative comunitarie ricade entro la competenza esterna esclusiva della Comunità». «Se la Corte seguirà queste conclusioni - ha aggiunto - ciò significherà che sarà necessario riesaminare questi accordi nei loro aspetti principali e soprattutto porre fine all'assurda contraddizione che permette a qualsiasi compagnia aerea europea di prestare servizi in qualsiasi aeroporto dell'Unione Europea per quanto riguarda i voli interni, mentre è loro proibito per i voli internazionali». «La cessazione di queste clausole di nazionalità - ha specificato - è allo stesso modo cruciale per la riorganizzazione del cielo europeo: questa è una questione di diretta competitività con i nostri concorrenti, principalmente americani».
«L'avvocato generale - ha proseguito la de Palacio - ritiene che gli Stati membri non possano sottoscrivere accordi internazionali su temi di pertinenza della legislazione comunitaria, quale ad esempio quello delle tariffe o dei sistemi di prenotazione: questa è l'affermazione di un principio basilare che dovrà condurre ad un riesame approfondito degli accordi esistenti. E' ora di proseguire verso uno spazio aereo transatlantico, a vantaggio dell'industria aerea e degli americani. Ciò ci permetterà inoltre di controllare i rapporti di concorrenza con gli Stati Uniti, negoziando norme trasparenti ed eque. Spero si possa lavorare in questa direzione con gli Stati membri nel più breve tempo possibile».
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