L'operatore intermodale Intercontainer-Interfrigo (ICF) di Basilea ridurrà servizi e personale. Le misure fanno parte del piano di risanamento dell'azienda approvato ieri dal consiglio di amministrazione che prevede il ritorno alla profittabilità entro il 2005.
A partire dal prossimo 1' gennaio - ha reso noto oggi il gruppo elvetico - ICF concentrerà l'attività operativa sul suo network principale di servizi che collega 160 terminal in Europa, a loro volta collegati con altri 290 terminal tramite il network secondario operato dall'azienda. Inoltre ICF ha deciso l'immediato fermo di cinque treni nel corso dell'ultimo trimestre di quest'anno: saranno cancellati i servizi Bettembourg-Rotterdam (operato sei volte alla settimana), Herne-Milano (otto volte alla settimana), Herne-Praga (sei volte alla settimana), Herne-Salisburgo (quattro volte alla settimana) e Zeebrugge-Milano (otto volte alla settimana).
Entro il prossimo giugno Intercontainer-Interfrigo taglierà anche 45 posti di lavoro, principalmente nel settore amministrativo, nel suo quartier generale di Basilea.
Nel primo semestre di quest'anno ICF ha registrato un traffico pari a 367.000 teu, con un calo del 4% rispetto allo stesso periodo del 2002 e con una diminuzione del 19% - ha precisato il gruppo - rispetto a quanto stimano nel budget. Il fatturato del semestre è ammontato a 135,1 milioni di euro, in diminuzione dell'1,5% rispetto ai primi sei mesi dello scorso anno e in diminuzione del 13% rispetto al budget.
Con la ristrutturazione del network operativo, ha detto il presidente e amministratore delegato di ICF, Zeno Baggio, il gruppo «attua una riorganizzazione del mercato tradizionale dell'Europa occidentale e allo stesso tempo sviluppa il traffico da e per l'Europa orientale e sudorientale». «Il nostro obiettivo - ha aggiunto - è sia di trarre vantaggio dalle nuove opportunità create dall'allargamento ad est dell'UE sia di incanalare il traffico più incisivamente. Per questo useremo i nostri hub di Sopron per i container e gli swap bodies da e per Romania, Grecia, Fyrom (Macedonia) e Turchia e il gateway di Verona per il traffico tra Italia e Polonia, Romania e Ungheria».