La Commissione Europea ha deciso oggi di adire la Corte di Giustizia UE per il mancato recepimento da parte dell'Italia della direttiva comunitaria 2002/75/CE del 2 settembre 2002 in materia di equipaggiamento marittimo che è stata introdotta per garantire l'applicazione uniforme degli strumenti internazionali relativi alle attrezzature installate a bordo delle navi. La legge europea del 2002 modifica la direttiva 96/98/CE del Consiglio UE sull'equipaggiamento installato a bordo delle navi per il quale sono rilasciati certificati di sicurezza in ottemperanza di convenzioni internazionali.
Inoltre la Commissione ha inviato all'Italia e a Belgio, Francia, Olanda, Austria e Finlandia sei pareri motivati per inosservanza della legislazione comunitaria in materia di sicurezza delle operazioni di carico e scarico delle navi portarinfuse. I sei Stati membri - ha spiegato Bruxelles - non hanno comunicato le misure nazionali di recepimento relative alla direttiva 2001/96/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 4 dicembre 2001 che stabilisce requisiti armonizzati di idoneità delle navi e dei terminal e fissa procedure di cooperazione e comunicazione più efficaci tra le navi rinfusiere e i terminal. Gli Stati avrebbero dovuto adottare la legislazione necessaria entro il 5 agosto 2003. I pareri motivati costituiscono l'ultimo passo prima del deferimento formale alla Corte di Giustizia.
La Commissione ha inviato ancora all'Italia e al Portogallo e al Belgio tre pareri motivati per inosservanza della legislazione comunitaria in materia di formalità per le navi in arrivo e/o in partenza dai porti dell'UE. I tre Stati sono accusati di non aver comunicato le misure nazionali di recepimento della direttiva 2002/6/CE del Parlamento europeo e del Consiglio sulle formalità di dichiarazione delle navi in arrivo e/o in partenza da porti delle nazioni UE. La normativa comprende le formalità di dichiarazione riguardanti, tra l'altro, la nave, le provviste di bordo, gli effetti personali dell'equipaggio e l'equipaggio. I tre Stati membri avrebbero dovuto adottare la legislazione necessaria entro il 9 settembre 2003. Italia e Portogallo non hanno notificato alla Commissione le misure adottate per recepire la direttiva nella legislazione nazionale, mentre il Belgio ha notificato alla Commissione il recepimento parziale della direttiva, pertanto il relativo parere motivato riguarda solo le misure di recepimento non ancora notificate alla Commissione.
«È deplorevole - ha detto il vicepresidente della Commissione Europea, Loyola de Palacio - che questa direttiva, che agevola il trasporto marittimo a corto raggio ed è ampiamente sostenuta dagli Stati membri e dall'industria, non sia stata ancora attuata completamente».
Infine la Commissione Europea ha deciso di adire la Corte di giustizia per il mancato rispetto da parte della Finlandia della direttiva 2001/106/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 dicembre 2001 relativa al controllo delle navi da parte dello Stato di approdo. «Questa direttiva - ha sottolineato Loyola de Palacio - è uno dei pilastri della nostra legislazione in materia di sicurezza marittima e ci auguriamo vivamente che la Finlandia adotti quanto prima tutte le misure necessarie». «Ciò - ha aggiunto - è particolarmente importante in quanto il Mar Baltico non sopravvivrebbe ad un disastro come quello della petroliera
Erika».
La Finlandia avrebbe dovuto adottare la legislazione necessaria entro il 22 luglio 2003.