La Commissione Europea ha approvato oggi l'introduzione di sanzioni sull'importazione di alcuni prodotti statunitensi. A partire dal prossimo 1' maggio - ha annunciato Bruxelles - saranno applicate imposte addizionali del 15% su una gamma di merci, tra cui carta, prodotti agricoli, tessili e macchinari.
La decisione giunge dopo che, nel novembre scorso, la World Trade Organization (WTO) aveva autorizzato l'applicazione di misure di ritorsione contro gli Stati Uniti per il mancato rispetto degli impegni internazionali. Sotto accusa c'è il Continued Dumping and Subsidy Offset Act del 2000, meglio noto come Byrd Amendment, introdotto dagli USA. L'emendamento è stato giudicato illegale dalla WTO nel gennaio 2003 e avrebbe dovuto essere abrogato entro il 27 dicembre 2003. L'emendamento Byrd - ha rilevato la WTO - consente che i dazi anti-dumping introdotti a seguito di un reclamo presentato da aziende statunitensi vengano distribuiti alle stesse aziende che hanno presentato o sostenuto il reclamo.
Il livello della ritorsione che sarà introdotta il prossimo 1' maggio - ha precisato la Commissione - è basato sull'ultima distribuzione di dazi effettuata nell'ambito del Byrd Amendment ed è pari a poco meno di 28 milioni di dollari. Tale livello sarà sottoposto a revisione annua.
In quattro tornate annuali effettuate dal 2000 - ha ricordato l'esecutivo europeo - alle imprese americane sono stati distribuiti dazi per oltre un miliardo di dollari. A beneficiarne sono stati in particolare l'industria siderurgica e alimentare. La prossima distribuzione, che potrebbe essere avviata il prossimo 1' ottobre se l'emendamento Byrd non verrà abrogato - ha spiegato Bruxelles - potrebbe essere notevolmente superiore ed ammontare a 1,6 miliardi di dollari.
Oggi, inoltre, la Commissione Europea ha espresso rammarico per la decisione di Ecuador, Colombia, Costa Rica, Panama, Honduras e Guatemala di richiedere l'arbitrato della WTO in merito al livello dei dazi imposti dall'UE con il nuovo sistema tariffario unico per l'importazione delle banane, che prevede l'introduzione di un'imposta di 230 euro per tonnellata per esportatori MFN (most favoured nation) (
inforMARE del
3 giugno 2004). «La Commissione - ha detto il commissario europeo all'Agricoltura e allo Sviluppo rurale, Mariann Fischer Boel - è pienamente impegnata nel rispetto dei termini dell'accordo sulle banane approvato unanimemente a Doha nel 2001. Questi termini, che prevedono di andare verso la tariffa unica entro il 1' gennaio 2006 e consentono il ricorso ad un arbitrato indipendente sul livello della tariffa, sono stati esplicitamente richiesti dai Paesi esportatori dell'America Latina. Il regime di importazione delle banane dell'UE sta cambiando, ma il livello di protezione non sta aumentando. La nuova tariffa proposta è basata su una metodologia per calcolare tariffe equivalenti a quelle incluse nei testi della WTO e su dati obiettivi. Credo questa logica e questa metodologia abbiano permesso che noi quadrassimo il cerchio e salvaguardassimo gli interessi dei nostri consumatori, produttori e partner commerciali, che a volte sono in conflitto».