Ieri, al termine dei lavori del Comitato Portuale di Venezia, il presidente dell'Autorità Portuale, Giancarlo Zacchello, il commissario straordinario all'emergenza, Roberto Casarin, e l'assessore alle Politiche per l'ambiente e per la mobilità della Regione Veneto, Renato Chisso, hanno annunciato l'avvenuto escavo di 500mila metri cubi di sedimenti dai canali di grande navigazione del porto di Venezia. Questo - ha osservato la port authority - era l'obiettivo minimo necessario per far crescere i traffici portuali oltre i 5 punti percentuali (stima un milione di tonnellate su base annua), dato che l'operazione di recuperare i 32 piedi di pescaggio, era condizione fondamentale per l'ingresso al porto di Venezia delle grandi unità navali a percorrenza mondiale.
«Un'ottima notizia - ha detto Zacchello - che, assieme all'accordo di partnership per lo sviluppo di strategie comuni di marketing con l'Autorità di Trieste (
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12 ottobre 2005, ndr) ed all'aumento di spazi destinati alla crocieristica veneziana, testimonia gli sforzi perpetrati dalle istituzioni competenti per il rilancio del nostro scalo». L'Autorità Portuale ha sottolineato la strategicità dell'accordo stipulato per lo scavo dei canali nei prossimi cinque anni: un progetto di "project financing" che raggruppa un'associazione di imprese tra cui Veneto Acque, Vesta e Mantovani. "Tali imprese - ha spiegato il commissario Casarin - mobiliteranno in due anni due milioni e 300mila metri cubi di fanghi che andranno depositati nell'isola delle Tresse e altri 700mila metri cubi nei tre anni successivi come intervento necessario per la manutenzione dei fondali a 11 metri". In totale sono previsti quasi 100 milioni di euro di investimenti, a cui se ne aggiungeranno altri 200 nei prossimi anni per il rilancio dello scalo veneziano.