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Il porto di Venezia ipotizza la realizzazione di un terminal offshore per le rinfuse liquide e secche e per i container
Costa, in occasione dell'incontro odierno con il ministro Matteoli, ha sottolineato che l'obiettivo di movimentare in Alto Adriatico almeno dieci milioni di teu nel prossimo futuro «giustifica la realizzazione di grandi progetti»
2 marzo 2010
Oggi il presidente dell'Autorità portuale di Venezia, Paolo Costa, ha incontrato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli, al quale ha confermato gli obiettivi di crescita del porto veneziano (un milione di container in cinque anni) e del sistema portuale dell'Alto Adriatico (cinque milioni di container in cinque anni).
In particolare Costa, che ha presentato al ministro i progetti di sviluppo del porto lagunare, ha spiegato che, per raggiungere l'obiettivo di traffico di un milione di teu entro i prossimi cinque anni che il porto di Venezia si prefigge, «è stata presentata l'ipotesi di un terminal offshore da dedicare, oltre che ai traffici petroliferi da estromettere dalla laguna per legge, all'eventuale realizzazione di un carbonile e di una piattaforma container d'altura». «Superare il limite storico che costringe Venezia ad avere ampi spazi a disposizione, ma fondali incapaci di accogliere le navi commerciali e turistiche di ultima generazione – ha rilevato - è oggi una scelta obbligata. Tanto per garantire l'alimentazione della piattaforma logistica prevista nell'area ex Montefibre a Marghera, quanto per sfruttare il potenziale di trasporto, pari ad un milione di teu, assicurato dalla navigazione fluviale - anche attraverso i porti di Chioggia e Porto Levante - utilizzando il sistema di canali Fissero -Tartaro-Canal Bianco fino a Mantova e quindi fino a Cremona tramite il Po».
Inoltre Costa ha sottolineato che l'obiettivo di movimentare in Alto Adriatico almeno dieci milioni di teu nel prossimo futuro, di cui cinque entro i prossimi cinque anni, in una logica di sistema con gli altri porti di Ravenna, Trieste, Koper e Rijeka, riuniti nella North Adriatic Port Association (NAPA), «giustifica la realizzazione di grandi progetti in ognuno di questi porti».
Nel corso dell'incontro Costa ha presentato anche la necessità di garantire l'accessibilità nautica al porto di Venezia tramite l'escavo dei canali, tuttora in corso, per mantenerli alla quota prevista dal piano regolatore portuale e la realizzazione di una conca di navigazione che renda compatibile l'operatività delle attività portuali con la difesa della città di Venezia e dell'ambiente lagunare perseguita con il sistema MoSE.
Matteoli ha convenuto sulla necessità di supportare i progetti illustrati in quanto rispondono a esigenze di carattere nazionale ed ha sottolineato che verrà riservata particolare attenzione, tra l'altro, a velocizzare le procedure autorizzative dei progetti di recupero o riconversione delle aree industriali inserendoli nella legge obiettivo ed a prorogare oltre il 2010 lo stato di emergenza per l'escavo e la bonifica dei canali portuali fino al recupero della quota prevista dal piano regolatore portuale.
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