-
|
L'opinione di inforMARE-
- L'intervento di Federagenti non spezza quello che si dice un “silenzio assordante”. Un mutismo, quello delle principali rappresentanze delle imprese marittimo-portuali, non nei confronti della riforma della legislazione portuale, che è stata sollecitata da tutte le associazioni del settore, quanto sui suoi contenuti.
-
- Pare che le aziende vogliano una riforma purchessia. Pare che le imprese nutrano poco interesse per quale sarà la nuova normativa in materia portuale, basta che ci sia un cambiamento. Sembra che le società dello shipping approccino il dibattito sulla riforma della legislazione portuale così come l'intero mondo imprenditoriale italiano ha affrontato quello sul decentramento della gestione pubblica sull'onda di un ardore federalista che ha prodotto i disastri che sappiamo.
-
- Questa latitanza, almeno pubblica, delle imprese marittimo-portuali nel merito della questione lascia spazio alle proposte e alle richieste delle Autorità Portuali e alla loro associazione Assoporti che - per dirne una - in un rigurgito di federalismo chiedono maggiore autonomia finanziaria e decisionale.
-
- Non sempre è dato presagire cosa accadrà sulla base di ciò che è accaduto. Ma qui si rischia di ripetere errori madornali.
-
- Bruno Bellio
|
|
|
Federagenti, la Federazione Nazionale Agenti Raccomandatari Marittimi e Mediatori Marittimi, invoca un'accelerazione dei lavori parlamentari sulla riforma della legislazione portuale. «Le perduranti incertezze che caratterizzano il dibattito sulla riforma portuale, per quanto riguarda sia il testo all'esame delle Camere, sia la proposta elaborata dal ministero delle Infrastrutture e Trasporti - sottolinea il il presidente della Federazione, Michele Pappalardo - evidenziano tempi che sono sempre più incompatibili con quelli del mercato».-
- Secondo Pappalardo, esiste il concreto rischio che importanti azioni strategiche per lo sviluppo della portualità italiana subiscano ulteriori rallentamenti o restino addirittura al palo, vanificando i tentativi in atto da parte di tutti gli operatori, ed in primis gli agenti marittimi, di attirare traffici e fiducia delle grandi concentrazioni in cui si sta polarizzando l'armamento mondiale e non solo nel settore container. Per Federagenti, al di là delle diverse posizioni e orientamenti, il varo di un testo condiviso di riforma che affronti definitivamente il metodo di selezione delle opere indispensabili, un deciso intervento per abbattere la burocrazia attraverso una anch'essa definitiva implementazione telematica coniugata ad una governance efficiente, che non può prescindere dalla reale conoscenza del mercato che è propria degli operatori marittimo-portuali, sta assumendo le caratteristiche di una vera e propria emergenza nazionale.
-
- «Credo - conclude il presidente di Federagenti - che sia giunto il momento di fare appello alla reale concretezza: affrontiamo le urgenze e passo dopo passo scioglieremo anche gli altri nodi; ciò a patto di compiere tutti anche un passo indietro sugli interessi personali e di categoria, nell'interesse comune del cluster marittimo e del sistema Paese».

|