La Federazione Italiana Lavoratori Trasporti della Cgil ha proclamato per il prossimo 15 settembre uno sciopero nazionale di tutto il comparto marittimo. L'organizzazione sindacale ha precisato che si tratterà di una prima azione di sciopero per un'intera giornata aziendale non superiore a 24 ore dei lavoratori marittimi e non superiore a 12 ore per gli addetti al servizio di rimorchio portuale.-
- Le modalità dell'astensione dal lavoro prevedono un ritardo di 24 ore alla partenza delle navi traghetto presenti nei porti nazionali, un ritardo di 24 ore della partenza delle navi da carico presenti nei porti nazionali, l'astensione dal lavoro di otto ore per amministrativi, operai, biglietterie, personale in servizio giornaliero e in turnistica e l'astensione dal lavoro di otto ore dal turno del 15 settembre nel settore del rimorchio portuale.
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- «La crisi internazionale - spiega il segretario nazionale del Dipartimento Trasporto Marittimi e Porti di Filt-Cgil, Nino Cortorillo - ha profondamente colpito anche il settore del comparto marittimo provocando una situazione d'instabilità che aggredisce e penalizza fortemente i lavoratori. La rottura unilaterale del tavolo di negoziato da parte delle associazioni di rappresentanza datoriale per il rinnovo del Ccnl di settore, avvenuta nell'incontro del 2 luglio 2014 - rileva il rappresentante del sindacato - ha pesantemente lacerato i rapporti industriali e, a causa del persistente atteggiamento di chiusura da parte delle medesime associazioni, ha creato le condizioni per l'avvio di una perdurante stagione di conflitti di cui non si può prevederne la durata.
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- «I motivi del dissenso per Filt, Fit e Uiltrasporti - specifica Cortorillo - sono molteplici ed importanti non solo per i lavoratori ma anche per il futuro della nostra marineria: il rinnovo del Ccnl di settore manca da oltre quattro anni bloccando di fatto l'adeguamento dei salari dei lavoratori al reale costo della vita senza tenere in adeguata considerazione il mantenimento, per tutto questo tempo di vacanza contrattuale, di una responsabile pace sociale; nelle varie sfaccettature del comparto vi sono rivendicazioni datoriali differenziate, alcune delle quali ritenute in palese violazione con le norme vigenti. Al contrario, le nostre controparti, sembrano ritenerle giustificazioni utili per interrompere il negoziato. Ci riferiamo al comparto del rimorchio; il comparto marittimo - prosegue Cortorillo - è un settore strategico, al pari degli altri legati al trasporto delle merci ed è l'unico a non aver rinnovato il Ccnl per la scorsa vigenza e per quella in corso; da parte dell'armamento non si sono volute dare risposte concrete al fenomeno della disoccupazione marittima in alcune categorie che da tempo sta creando difficoltà in alcune aree in particolare del meridione; sino ad oggi di fatto non abbiamo potuto dare, per le dilazioni attivate dall'armamento, una rapida risposta all'esigenza dell'imbarco degli allievi ufficiali attraverso un nuovo inquadramento contrattuale».
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- «Siamo consapevoli - conclude il rappresentante di Filt-Cgil - che il comparto marittimo nazionale presenta delle criticità come la stabilizzazione dell'occupazione, la sicurezza, la formazione qualificata del personale, il riconoscimento per l'esposizione all'amianto, le categorie usuranti, l'inquadramento pensionistico del personale marittimo, di cui dovrebbero farsi carico il governo ed il parlamento, ma ciò non giustifica in alcun modo il tentativo di scaricare sui lavoratori questi problemi inserendoli tra le cause di perdita complessiva di competitività».

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