I ministri dei Trasporti di Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo e Norvegia hanno inviato una lettera al commissario europeo ai Trasporti, Violeta Bulc, in cui sollecitano la Commissione Europea ad applicare le norme europee volte a contrastare la concorrenza sleale e le pratiche abusive nel trasporto merci su strada.-
- Specificando il loro appoggio incondizionato al rispetto delle libertà fondamentali, vale a dire, la libera circolazione dei servizi e la libera circolazione delle merci nel mercato interno europeo, nonché il pieno riconoscimento del divieto di discriminazione come principio fondamentale dell'Unione Europea, gli otto ministri spiegano che ci sono tuttavia «due fattori legati a questo settore che ci preoccupano: da un lato - specificano nella lettera - notiamo che l'invocazione delle libertà fondamentali è sempre più abusata con il fine di evitare l'applicazione delle norme europee che garantiscono una concorrenza leale nel mercato interno europeo. Dall'altro rileviamo che le attività illegali, le società di comodo e le pratiche commerciali sleali stanno diventando sempre più comuni. A parte gli effetti negativi sulla concorrenza leale, sulla percezione dell'Europa da parte dei cittadini nonché sulle condizioni di vita dei lavoratori europei - sottolineano i ministri - ciò determina notevoli rischi per la sicurezza del trasporto stradale».
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- Nella missiva al commissario europeo i ministri evidenziano che «la rigorosa applicazione delle norme che sono efficaci nel settore europeo dei trasporti è una condizione sine qua non per rispondere alle preoccupazioni dei nostri cittadini e delle imprese che si adirano quando scoprono che si fa uso di “scappatoie” e che ci sono “possibilità di abusi” nel mercato interno europeo. Se gli Stati membri assumono misure non discriminatorie che si applicano a tutte le imprese e dipendenti che forniscono servizi, indipendentemente dalla loro nazionalità o da altre condizioni - osservano i ministri -, questo approccio non può essere considerato come protezionista, ma semplicemente come l'applicazione dei principi dei Trattati europei. Esso riflette anche la posizione del presidente Juncker che sostiene il “principio fondamentale di garantire la stessa retribuzione per lo stesso lavoro nello stesso luogo”».
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- «Allo stesso modo - prosegue la lettera - i regolamenti volti a garantire la protezione dei cittadini con il controllo e l'applicazione delle norme di sicurezza stradale non possono essere considerati come protezionisti».
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- Gli otto ministri invitano la Commissione Europea a tenere conto di queste preoccupazioni relative agli aspetti sociali e ai problemi di sicurezza nel settore dell'autotrasporto, in particolare - precisano - relativamente a questi aspetti: «divieto della pratica di trascorrere il periodo di riposo settimanale regolare nella cabina di guida»; «rafforzamento e armonizzazione dei controlli. Riteniamo essenziale - spiegano i ministri - che l'applicazione di norme e standard sociali simili a livello UE costituisca il presupposto per qualsiasi discussione su ulteriori misure di liberalizzazione del mercato del trasporto su strada»; «misure che sopprimano l'attività delle società di comodo e altre pratiche improprie»; «misure per prevenire lo sviluppo sproporzionato dell'uso di veicoli commerciali leggeri per le operazioni di trasporto internazionale».
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- «Nel contesto di un emergente populismo in molti Paesi europei - concludono i ministri dei Trasporti di Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo e Norvegia - dobbiamo ridare ai nostri cittadini la speranza e l'obiettivo di un'Europa integrata, un'Europa che offra loro protezione e vada al di là di una semplice area economica che è governata da una feroce concorrenza intraeuropea senza standard sociali comuni minimi».

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