- L'Associazione per la Logistica Sostenibile (SosLog) e il gruppo britannico di classificazione e certificazione Lloyd's Register hanno sottoscritto un protocollo che ha lo scopo di riconoscere, attraverso uno specifico marchio, l'impegno delle imprese per una maggiore sostenibilità ambientale, economica e sociale dei propri processi di logistica e supply chain. L'obiettivo dell'iniziativa è di aiutare il consumatore finale a sviluppare una maggiore consapevolezza nell'acquisto di prodotti trasportati/immagazzinati e movimentati/distribuiti con processi sostenibili dal punto di vista economico, sociale e ambientale.
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- SosLog e Lloyd's Register hanno sottolineato che «il protocollo introduce, per la prima volta nei processi di logistica e supply chain, anche il tema della sostenibilità economica e sociale perché sono sempre più evidenti i rischi di comportamenti e modalità degenerative su molti processi di trasporto, movimentazione, magazzinaggio e distribuzione, conseguenza di una pressione al ribasso sui prezzi non più sostenibile e frutto di una percezione errata del valore della logistica e del suo contributo all'industria manifatturiera e per ciò che attiene ai nuovi modelli di consumo e di e-commerce».
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- «Abbiamo raccolto oltre dieci anni di casi aziendali e lavorato per molti mesi insieme ad operatori nazionali ed internazionali per arrivare a sintetizzare un modello sulla base di 21 sfide di logistica sostenibile che - ha spiegato il presidente di SosLog, Daniele Testi - riteniamo siano oggi la base teorica per oggettivare l'impegno degli operatori coinvolti a vario titolo nella supply chain. Siamo di fronte ad una sfida fondamentale per il futuro delle attività economiche dove, non solo l'ambiente ma anche l'uomo con il suo lavoro e l'impresa con la sua motivata ricerca di profitto, devono ritrovare un nuovo equilibrio. Il protocollo di logistica sostenibile, nasce in Italia e per la prima volta unisce tutti questi fattori alzando l'asticella verso una definizione di sostenibilità come leva per innovare, essere più efficienti e quindi più competitivi. Sappiamo - ha precisato Testi - che sarà un percorso complesso e molto lungo che potrà essere velocizzato solo se crescerà una nuova cultura nel consumatore finale che potrà riconoscere e valorizzare la differenza di un prodotto o servizio, non solo in base alla provenienza o alla modalità di produzione, ma anche considerando il processo logistico che ne ha determinato il ciclo di vita; dall'approvvigionamento al suo auspicabile riciclo o riuso finale».
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- «Il lavoro in concerto tra Lloyd's e l'associazione - ha aggiunto Elena Cervasio, Sustainability and Customized Assurance senior manager di Lloyd's Register - è stato fondamentale per offrire alle aziende uno strumento di autoanalisi e confronto, allineato a tutte le iniziative internazionali. L'emanazione da parte delle Nazioni Unite dei 17 target per lo sviluppo sostenibile conferma come il tema della corporate social responsibility sia assolutamente attuale nonché condizione che deve permeare tutti i settori ed interessare tutti i soggetti, da chi produce, chi trasporta, fino al consumatore finale al quale devono essere offerte soluzioni chiare, trasparenti e riconoscibili per scelte di consumo responsabili. Il protocollo di logistica sostenibile ha proprio questo obiettivo: dare concretezza e trasparenza a tutti gli attori coinvolti lungo la filiera».
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