- L'International Transport Workers' Federation (ITF) ha rinnovato l'accusa rivolta al gruppo terminalista filippino International Container Terminal Services, Inc. (ICTSI) di avere in atto un piano di rapido ampliamento della propria presenza sullo scenario mondiale che è portato avanti trascurando le relazioni industriali e le normative locali, soprattutto in Africa, regione - ha ricordato l'organizzazione sindacale - dove l'azienda filippina è nuovamente bersaglio di dimostrazioni, come sta accadendo a Durban, in Sud Africa.
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- Oggi nella città portuale sudafricana è in programma una conferenza sull'industria marittima alla quale interverrà Tim Vancampen, responsabile dell'ICTSI per le attività del gruppo nella Repubblica Democratica del Congo, partecipazione contro la quale protesteranno i sindacati South African Transport and Allied Workers Union (SATAWU) e Congress of South African Trade Unions (COSATU). «Siamo qui - ha preannunciato il segretario regionale della SATAWU, Edgar Mbina - per inviare un messaggio all'ICTSI sul fatto che il loro modello d'attività, basato su scarsa sicurezza e deterioramento delle condizioni, non è benvenuto in Africa. Noi - ha specificato Mbina - siamo a fianco dei lavoratori del Madagascar, dei lavoratori della Papua Nuova Guinea e dei lavoratori di tutto il mondo che stanno lottando per il lavoro e per condizioni dignitose. Ovunque ICTSI decida di espandersi, noi saremo lì, assieme a quei lavoratori, lottando per un trattamento equo e decente».
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- Lo scorso ottobre la protesta aveva raggiunto il suo apice quando i sindacati avevano sollecitato il governo del Madagascar a reintegrare nel loro posto di lavoro 43 lavoratori del porto di Toamasina, che è gestito dall'ICTSI, riconoscendo il loro diritto ad aderire ai sindacati per chiedere migliori condizioni di lavoro, diritto - avevano evidenziato i sindacati - che è stato riconosciuto da un pronunciamento del tribunale. I lavoratori erano stati licenziati nel 2012, ma il reintegro non è ancora avvenuto.
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- Lo scorso ottobre l'ITF aveva presentato un proprio rapporto sul piano di sviluppo delle attività del gruppo terminalista filippino, secondo cui sarebbe in atto una crescente pratica di violazioni dei diritti dei lavoratori presso i terminal della ICTSI, tra cui livelli salariali estremamente ridotti, standard di sicurezza insufficienti e l'esternalizzazione illegale di attività lavorative a società interinali. «L'ICTSI - ha denunciato il presidente dell'organizzazione sindacale internazionale dei lavoratori dei trasporti, Paddy Crumlin - ha un problema. La loro rapida espansione non è stata accompagnata da una sufficiente supervisione direttiva che garantisca relazioni industriali produttive e il rispetto delle norme locali. Lo abbiamo visto porto dopo porto, nazione dopo nazione».
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- L'ITF ha ricordato che il gruppo filippino è stato oggetto di dimostrazioni in tutto il mondo e che i sindacati affiliati all'ITF hanno organizzato azioni di protesta in 14 località in Africa, Europa ed Asia dirette contro le attività di ICTSI nei porti dove il gruppo sta cercando di espandersi. «Queste ultime dimostrazioni - ha sottolineato Crumlin - inviano un messaggio ai governi e agli investitori che pensano di collaborare con questa azienda. L'ICTSI deve sedersi al tavolo con l'ITF e lavorare su come risolvere questi problemi in tutto il loro network. L'ITF e i nostri sindacati - ha concluso Crumlin - sono impegnati a sostenere quegli operatori portuali che offrono buoni posti di lavoro e che praticano correte relazioni industriali nei loro porti».
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