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La delibera dell'ART sulle concessioni portuali non ha i requisiti di legittimità
Lo sottolineano Ancip, Assiterminal, Assologistica, Confetra e Fise-Uniport, che chiedono un intervento del ministro Delrio
17 gennaio 2018
Nei giorni scorsi l'Autorità di Regolazione dei Trasporti (ART) ha comunicato l'avvio di una consultazione pubblica relativa alle metodologie e ai criteri per garantire l'accesso equo e non discriminatorio alle infrastrutture portuali ( dell'8 gennaio 2018). L'iniziativa ha suscitato la contrarietà delle principali organizzazioni che rappresentano le aziende che svolgono attività portuali e logistiche, che hanno motivato la loro netta bocciatura della delibera dell'ART in una nota diffusa da Ancip, Assiterminal, Assologistica, Confetra e Fise-Uniport.
Sottolineando di aver preso nota «con disappunto e forte preoccupazione di quanto contenuto nella recente delibera» con la quale - hanno precisato - l'Autorità «ha sostanzialmente ritenuto di poter entrare nel merito dei procedimenti di rilascio delle concessioni e autorizzazioni e relativi procedimenti, di cui agli articoli 16 e 18 della legge n. 84/94», Ancip, Assiterminal, Assologistica, Confetra e Fise-Uniport hanno specificato di ritenere «che a questa delibera non debba essere riconosciuto alcun valore di regolazione, poiché - hanno spiegato - non rientra nelle competenze di ART diramare criteri e/o misure circa le sopra citate concessioni ed autorizzazioni, materia che ai sensi di legge ricade nell'esclusiva competenza del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e delle Autorità di Sistema Portuale».
«A nome dei nostri associati - hanno denunciato le cinque organizzazioni imprenditoriali - non possiamo più tollerare azioni di questo tipo, che costituiscono l'esatto contrario dei processi di sburocratizzazione e di semplificazione di competenze in materia portuale tanto sbandierati quanto disattesi da iniziative del genere, poiché esse determinano ambiguità, irrazionalità e profonda incertezza per l'attività, già adeguatamente regolata, degli operatori portuali interessati, i quali sono impegnati a reggere un'agguerrita competizione straniera».
«Nel settore dell'handling portuale - hanno sottolineato Ancip, Assiterminal, Assologistica, Confetra e Fise-Uniport - non esiste in Europa nessun Paese che abbia una regolamentazione tanto complessa quale è divenuta ora quella italiana, con l'aggravante dell'iniziativa ora adottata da ART. Ciò genera un evidente danno, sia verso il consolidamento dei terminal operators italiani, sia per l'attuazione e lo sviluppo di investimenti da parte dei medesimi, in un settore che è aperto alla più ampia concorrenza internazionale e che non può essere assolutamente confuso o assimilato ad un servizio di pubblica utilità».
«Onde evitare inutili e dispendiosi contenziosi - hanno concluso le rappresentanze delle aziende della portualità e della logistica - si auspica in un intervento del ministro delle Infrastrutture, nonché nella presa di posizione da parte dell'Associazione rappresentativa delle Autorità di Sistema portuale; si confida quindi che ART sia indotta ad accantonare detta delibera, che, come detto, riteniamo non abbia i requisiti di legittimità».
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