Ieri, nel corso di un'audizione presso il parlamento britannico sull'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea, i rappresentanti del porto francese di Calais, del porto belga di Zeebrugge e di Getlink, la public company che gestisce il tunnel Eurotunnel sotto il Canale della Manica hanno sostenuto che potrebbero essere pronti ad utilizzare un nuovo sistema doganale entro il 2020, termine del periodo di transizione della Brexit, a patto però - hanno sottolineato - che siano rese note le modalità di funzionamento del nuovo sistema entro la fine di marzo del 2019, data proposta per l'uscita del Regno Unito dall'UE che comporta sia l'abbandono del mercato unico che dell'unione doganale. Pertanto hanno esortato il governo di Londra a definire e concordare in tempo utile le regole e i sistemi per l'entrata e l'uscita delle merci dal Regno Unito.-
- In vista della Brexit, intanto, Eurotunnel ha elaborato assieme ad Ernst & Young (EY) un rapporto che mostra per la prima volta il dettaglio dei flussi di traffico gestiti da Eurotunnel tra il Regno Unito e i suoi cinque principali partner europei: Germania, Francia, Olanda, Spagna e Irlanda. Il documento, che è stato presentato lunedì alle autorità europee nel corso di un seminario tenutosi a Bruxelles, evidenzia che l'ammontare totale degli scambi che ogni anno attraversano il Channel Tunnel sotto la Manica è aumentato - in particolare negli ultimi due anni- salendo a 137,8 miliardi di euro, con un valore delle importazioni e delle esportazioni che risulta pressoché uguale. Inoltre milioni di passeggeri utilizzano il tunnel sia con le loro auto che con il treno.
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- Relativamente alla Francia, il rapporto spiega che attraverso il tunnel passa il 27% delle esportazioni francesi nel Regno Unito in termini di valore e il 42% delle importazioni francesi dal Regno Unito. Inoltre è consistente il flusso di turisti (12 milioni di persone) che dal Regno Unito si recano a visitare la Francia attraversando il tunnel. Quanto alla Germania, particolarmente rilevante è il valore (4,3 miliardi di sterline) del flusso attraverso il tunnel di parti e componenti di automobili tra Regno Unito e Germania, nazione che ospita quasi un quinto di tutti gli stabilimenti di produzione di motori e di assemblaggio di automobili in Europa. Inoltre, con riferimento all'anno 2016, il tunnel sotto la Manica ha sostenuto 7,8 miliardi di euro di scambi tra il Regno Unito e la Spagna, pari a circa il 21% di tutti gli scambi spagnoli con il Regno Unito (che tra l'altro è il terzo mercato di esportazione per la Spagna di prodotti freschi), e il 34,4% delle esportazioni britanniche verso la Spagna passa attraverso il tunnel sotto la Manica. Relativamente a Belgio e Olanda, le due nazioni rappresentano oltre un terzo delle esportazioni postali e via corriere nel Regno Unito e il mercato del Regno Unito per la spedizioni con consegna entro le 48 ore è quasi raddoppiato tra il 2012 e il 2016 salendo da 4,4 miliardi a 8,1 miliardi di euro. Inoltre il mercato dell'esportazione di fiori nei Paesi Bassi dipende in particolare dal tunnel sotto la Manica: l'industria nel suo complesso esporta 5,6 miliardi di euro di fiori, piante e bulbi di cui il Regno Unito è il secondo principale mercato (nel 2016 le esportazioni di fiori destinati ai supermercati britannici hanno raggiunto un valore di 0,9 miliardi di euro). Infine il rapporto evidenzia che il tunnel sotto la Manica è anche il collegamento fondamentale per le esportazioni dell'Irlanda verso l'Europa continentale attraverso il Regno Unito.
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- «Il tunnel sotto la Manica - ha sottolineato il presidente e amministratore delegato di Getlink, Jacques Gounon, nel corso del seminario - è più di un semplice collegamento tra la Gran Bretagna e l'Europa continentale: è una connessione fisica, un vettore per lo sviluppo e un creatore di valore. Mantenere questa dinamica deve rimanere una priorità per l'intera Europa, a beneficio di tutti i suoi abitanti».

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