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Il sindacato spagnolo CCOO chiede la nazionalizzazione di compagnie di navigazione che operano essenziali servizi regolari
Inoltre, secondo l'organizzazione sindacale, bandiere di paesi come Malta e Cipro dovrebbero essere considerate estere rispetto al cabotaggio europeo
18 maggio 2020
Il sindacato spagnolo CCOO (Confederación Sindical de Comisiones Obreras), alla luce degli effetti che la pandemia di Covid-19 ha avuto e sta avendo sul settore dei trasporti e, in particolare, sui servizi marittimi, ha sollecitato la nazionalizzazione di compagnie di navigazione che operano servizi essenziali per il collegamento del territorio spagnolo continentale con le isole e con le città autonome di Ceuta e Melilla, anche con lo scopo di porre sotto il controllo dello Stato i servizi marittimi che è necessario assicurare nei momenti d'emergenza.
Sottolineando che a causa della crisi sanitaria le compagnie di navigazione che gestiscono linee regolari per il trasporto di passeggeri e anche di merci tra i porti peninsulari e i territori spagnoli non peninsulari sono state gravemente colpite dalle restrizioni alla circolazione dei passeggeri, il sindacato ha evidenziato che importanti compagnie di navigazione come la ARMAS (Trasmediterránea), che operano linee regolari essenziali per garantire la fornitura di approvvigionamenti alle isole e a Ceuta e Melilla, hanno dimostrato che questa crisi le ha poste in una situazione delicata nonostante l'importo degli aiuti economici ricevuti nel corso degli anni. Secondo CCOO, queste compagnie dovrebbero quindi essere nazionalizzate o partecipate dallo Stato in considerazione sia del loro valore strategico sia - ha rilevato il sindacato - «delle poche garanzie che la loro attuale gestione sta dimostrando».
Inoltre, per CCOO, qualsiasi aiuto alla flotta mercantile, indipendentemente da come possa materializzarsi, deve sempre essere collegato alle navi battenti bandiera spagnola e all'impegno per l'occupazione, e non solamente alle compagnie di navigazione che operano dalla Spagna o che gestiscono linee regolari tra i porti spagnoli. Il sindacato ha precisato che, sebbene sia normale il ricorso alle bandiere di comodo, incluse quelle che sono di paesi dell'UE, tuttavia il ricorso a queste bandiere - ha denunciato CCOO - «denuncia una mancanza di responsabilità sociale poiché consentono di eludere le imposte del paese di origine dell'armatore, di imporre condizioni di lavoro precario ed anche di essere soggette a controlli per la sicurezza meno rigorosi».
CCOO ha sottolineato che «la marina mercantile deve essere un settore strategico ed avere una flotta di bandiera spagnola è essenziale, perché - ha spiegato il sindacato - nella prossima crisi, quando sarà necessario assicurare specifici approvvigionamenti, lo Stato dovrà avere una flotta sotto il suo controllo, poiché le navi con le bandiere di comodo (sebbene alcune di esse provengano dall'UE) potrebbero essere richieste dai loro Stati di bandiera per garantire i propri approvvigionamenti».
CCOO ha quindi evidenziato la necessità di «recuperare la formula secondo cui il cabotaggio europeo deve essere realizzato con navi battenti bandiera degli Stati dell'Unione Europea impegnate nel rispetto dei diritti dei lavoratori e con obblighi in materia fiscale e di sicurezza». «Pertanto - secondo il sindacato - bandiere di paesi come Malta e Cipro dovrebbero essere considerate estere rispetto al cabotaggio europeo».
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