- In occasione della propria assemblea odierna a Venezia sul tema “Porti: quali funzioni e beni pubblici?”, l'Angopi, l'associazione gruppi ormeggiatori e barcaioli dei porti italiani, ha evidenziato l'assoluta necessità che le banchine portuali continuino ad essere spazi demaniali: «alla “mano invisibile” del mercato, per citare Adam Smith - ha sottolineato il presidente Marco Bertorello - va affiancata, come progetto strategico, la “mano visibile dello Stato”». Un ruolo pubblico dei porti - ha specificato l'associazione - che non è stato messo in discussione nel corso dell'assemblea, ma anzi accettato in maniera generalizzata da tutti gli interventi e da tutti i punti di vista che si sono succeduti nel corso della discussione. In particolare - ha sottolineato l'Angopi - la terzietà rispetto agli utenti è stata riconosciuta come caratteristica peculiare dei servizi tecnico nautici. Ma è anche emersa - ha precisato l'associazione - l'esigenza di rendere più efficiente la parte pubblicistica, anche attraverso processi di pianificazione e finanziamenti, strumenti questi considerati da tutti essenziali, a patto che la pianificazione avvenga a livello centrale.
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