L'associazione internazionale di società armatrici e operatori marittimi BIMCO ha evidenziato la necessità che nell'elenco di cantieri e impianti di riciclaggio delle navi autorizzati dall'Unione Europea allo smantellamento sostenibile delle unità navali vengano inclusi stabilimenti extra-UE. La richiesta giunge sulla scorta dall'analisi “Report on the European List of Ship Recycling Facilities” commissionata dall'associazione alla britannica Marprof Environmental e giunta alla terza edizione che rileva come, nonostante nell'elenco dei cantieri autorizzati si continui ad inserire nuovi operatori, tuttavia i nuovi entranti non hanno determinato un significativo incremento della capacità complessiva di demolizione navale dei cantieri autorizzati e in grado di soddisfare le necessità dell'industria mondiale dello shipping.
«Ad oggi - ha spiegato il segretario generale e direttore generale del BIMCO, David Loosley - non sono ancora inclusi nell'elenco dell'UE impianti dei principali Stati di riciclaggio delle navi come India, Bangladesh o Pakistan che possano soddisfare la comanda di riciclaggio di navi più grandi. Molti cantieri - ha sottolineato Loosley riferendosi agli stabilimenti asiatici - hanno compiuto notevoli sforzi per migliorare le proprie strutture. Riteniamo che l'attenzione sull'inclusione di alcune di queste strutture nell'elenco dovrebbe crescere se queste soddisfano gli standard della Convenzione di Hong Kong (la norma internazionale sul riciclaggio delle navi sicuro e compatibile con l’ambiente, ndr), che riteniamo debba essere ratificata il prima possibile»,
Il BIMCO ha specificato che, in generale, gli impianti autorizzati dall'UE che fanno parte degli Stati membri dell'Unione Europea forniscono soluzioni locali su misura ad un mercato del riciclaggio delle navi di nicchia, oppure si concentrano sullo smantellamento delle strutture offshore. Pertanto - ha evidenziato l'associazione - i cantieri europei non si dedicano al riciclaggio delle grandi navi oceaniche e non hanno quindi una capacità sufficiente per la demolizione di queste navi. L'analisi del BIMCO rileva che i cantieri della Turchia sono gli unici che contribuiscono in modo significativo alla capacità europea di riciclaggio delle navi. A tal proposito il BIMCO ha specificato che, mentre stava per essere pubblicata la terza edizione dell'analisi commissionata dall'associazione, è stata pubblicata una bozza dell'elenco dell'UE relativo al settembre 2022 dalla quale sono stati rimossi due stabilimenti turchi a causa di carenze.
L'analisi rimarca inoltre che l'importanza strategica delle attività di riciclaggio delle navi all'interno della strategia generale della Commissione Europea sta diventando sempre più chiara ed essenziale. «Il BIMCO - ha precisato Loosley - concorda sull'esistenza di un significativo potenziale per il settore del riciclaggio navale nel contribuire all'economia circolare, dato che fornisce alle industrie siderurgiche grandi quantità di rottami metallici, riducendo così la necessità di metalli primari. Uno studio commissionato nel 2009 dalla Banca Mondiale, per fare un esempio - ha osservato - ha rilevato che il Bangladesh ha soddisfatto il 50% del suo fabbisogno di acciaio dal riciclaggio nazionale delle navi».