Sarà ripetuto il blocco delle attività del porto di Liverpool causato dalla protesta dei lavoratori guidata dal sindacato Unite the Union che chiedono aumenti salariali più elevati rispetto a quelli proposti da Peel Ports, la società del gruppo Peel della famiglia Whittaker che possiede e gestisce lo scalo portuale inglese. L'organizzazione sindacale ha infatti rilanciato la protesta annunciando altre due settimane di sciopero dal 24 ottobre al 7 novembre prossimi, fermo che le nuove comunicazioni diffuse oggi da Peel Ports non sembrano poter scongiurare. Stamani, infatti, l'azienda ha inviato una lettera a Steven Gerrard, coordinatore nazionale per i porti di Unite, e analoghe lettere ai lavoratori del porto, in cui sostanzialmente ribadisce la proposta di aumenti sottoposta al sindacato.
Sottolineando che Peel ha accettato di accordare un aumento salariale del +11% ai lavoratori del cantiere navale Cammell Laird, che fa parte del gruppo, il segretario generale di Unite, Sharon Graham, evidenziato che «Peel Holdings è estremamente profittevole e può assolutamente permettersi di pagare ai nostri associati un adeguato aumento salariale. Lo ha fatto con Cammell Laird - ha rilevato Graham - quindi perché non con il porto di Liverpool? Invece di trattare per risolvere questa controversia - ha aggiunto - l'azienda ha scelto di minacciare il taglio di posti di lavoro e di travisare ripetutamente i termini dell'accordo che ha presentato. I nostri associati sono risoluti ed hanno il totale sostegno del loro sindacato. L'azienda - ha concluso Graham - deve proporre un aumento di stipendio che loro possono accogliere, oppure lo sciopero continua».
Da parte sua David Huck, direttore operativo di Peel Ports, nella lettera inviata a Gerrard ha evidenziato che l'azienda «ha aumentato il pacchetto offerto di oltre il +204% dall'inizio delle trattative avvenuto sei mesi fa» e ha denunciato che in questo periodo «il sindacato ha fatto pochi tentativi di negoziare». «Quindi - ha scritto Huck - siamo preoccupati del fatto Union non abbia alcun interesse nel risolvere le questioni attraverso gli accordi di contrattazione collettiva che abbiamo posto in atto». Huck ha accusato il sindacato di essersi offerto ieri di concludere le trattative sulla base di un aumento salariale del +15,7%. «Siamo giunti ad un punto - ha sostenuto Huck - in cui ciò che Union richiede è irresponsabile, insostenibile e dannoso per le prospettive di crescita e di occupazione delle imprese, della regione della città di Liverpool e dell'economia regionale ed ha quindi un impatto su migliaia di posti di lavoro nella supply chain».
Nella lettera Huck ha ricordato poi di aver informato il sindacato che i volumi di traffico movimentati dal porto di Liverpool sono iniziati a calare e che negli ultimi tre mesi i volumi di carichi containerizzati sono diminuiti parallelamente al trend negativo dell'economia del Regno Unito. Una flessione - ha affermato - del -15% rispetto a quelle che erano le previsioni. Huck ha precisato che si tratta di una riduzione non temporanea, ma a lungo termine, con le attuali previsioni che indicano un duraturo calo minimo del -30%.