La Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo (UNCTAD) ha pubblicato oggi un rapporto sulla Black Sea Grain Initiative, l'accordo siglato lo scorso luglio per assicurare l'esportazione di cereali e prodotti alimentari dai porti ucraini nel contesto della guerra tra Russia e Ucraina, documento che - ha evidenziato l'ente dell'Onu - rileva come l'iniziativa abbia offerto speranza e mostrato il potere del commercio in tempi di crisi e sottolinea l'importanza del suo rinnovo. L'accordo, infatti, che è stato firmato da Ucraina, Russia, Turchia e Nazioni Unite, scadrà il prossimo 22 novembre.
Il rapporto dell'UNCTAD spiega che “l'iniziativa a guida delle Nazioni Unite ha contribuito a stabilizzare e successivamente abbassare i prezzi globali dei generi alimentari e a trasportare il prezioso grano da uno dei granai del mondo alle tavole di chi ne ha bisogno”. Il documento specifica che l'indice dei prezzi alimentari pubblicato dalla FAO, l'organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura, ha mostrato che i prezzi mondiali dei generi alimentari di base sono diminuiti negli ultimi mesi: del -8,6% circa a luglio, del -1,9% ad agosto e del -1,1% a settembre. Ma evidenzia anche che, in vista della scadenza dell'iniziativa e in considerazione dell'incertezza del suo rinnovo, i prezzi di alcune materie prime, come grano e mais, stanno tornando a salire. «In un contesto in cui il commercio è molto incerto - ha osservato il segretario generale dell'UNCTAD Rebeca Grynspan - i segnali contano molto. Quando non c'è chiarezza, nessuno sa cosa accadrà e la speculazione e l'accaparramento dei prodotti prendono il sopravvento».
Rilevando che i prezzi del grano e del mais sono ancora a livelli storicamente elevati, l'UNCTAD ha evidenziato che ciò è un motivo in più per cui il rinnovo dell'iniziativa guidata dalle Nazioni Unite è importante, in particolare per i Paesi in via di sviluppo.
Ottimismo sul rinnovo dell'accordo è stato espresso del ministro delle Infrastrutture dell'Ucraina, Oleksandr Kubrakov, a seguito di un incontro avvenuto domenica ad Istanbul con il ministro della Difesa della Turchia, Hulusi Akar: «non c'è dubbio - ha affermato Kubrakov - che il “corridoio del grano” continuerà a funzionare dopo il 22 settembre». Tuttavia, sinora, la volontà di mantenere aperto questo canale di esportazione è stata manifestata solo da tre parti dell'accordo: «le parti che partecipano all'iniziativa, Onu, Turchia e Ucraina - ha spiegato Kubrakov - hanno espresso la loro disponibilità a continuare ad operare ed hanno assicurato il massimo impegno per il successo della sua attuazione». L'ottimismo di Kubrakov forse è eccessivo, o quantomeno prematuro: all'appello manca infatti la Russia, che avrebbe sottoposto all'Onu specifiche condizioni per il rinnovo dell'accordo, che sarebbe pronta altrimenti a lasciar cadere.
Un accordo che, precisa il rapporto dell'UNCTAD, a ieri ha consentito l'esportazione attraverso i porti ucraini di quasi otto milioni di tonnellate di cereali e altri prodotti alimentari.