Se l'associazione dei porti europei ESPO ha accolto con favore il via libera definitivo dato ieri dal Parlamento europeo all'inclusione del trasporto marittimo nell'EU ETS, il sistema europeo di scambio di quote di emissioni
( del
18 aprile 2023), tuttavia - commentando oggi il passaggio delle nuove norme all'assemblea di Strasburgo - l'European Sea Ports Organisation ha ribadito la propria preoccupazione destata dall'ambito di applicazione delle nuove norme sull'emissione di gas serra prodotte dalle navi, in quanto - ha nuovamente sottolineato l'ECSA - ciò potrebbe indurre gli armatori a far effettuare alle proprie navi scali elusivi in porti in cui possono evitare di essere sottoposte a pagamento nell'ambito del sistema ETS, aggiungendo ad esempio uno scalo in un porto al di fuori dell'Unione Europea o riorganizzando le proprie rotte.
Evidenziando che ciò rappresenta una minaccia per la credibilità e l'efficacia dell'ETS, l'ESPO ha esortato nuovamente la Commissione Europea ad avviare un'azione di monitoraggio e di prevenzione al fine di evitare la rilocalizzazione delle emissioni di carbonio del trasporto marittimo. L'associazione dei porti europei ha ribadito che un'azione tempestiva in tal senso è fondamentale dato che i cambiamenti che potrebbero verificarsi nei traffici portuali e nei traffici marittimi sarebbero quasi impossibili da mutare una volta che si sono verificati.
Pur apprezzando gli sforzi dei colegislatori europei affinché la definizione di “porto di scalo” escluda le soste delle navi nei porti di transhipment dei container vicini al territorio dell'UE, l'ESPO ha ribadito nuovamente che ciò non sarà sufficiente perché l'elusione non possa aver luogo. Ad avviso dell'associazione, il monitoraggio dei cambiamenti dei traffici marittimi non dovrebbe prendere in considerazione solo i porti prossimi all'UE il cui traffico dei container è costituito per oltre il 65% del totale da contenitori trasbordati, ma piuttosto dovrebbe tener conto di quanto accade in tutti i porti vicini all'Unione Europea.