In vista del voto del Parlamento europeo in seduta plenaria
sugli standard delle emissioni di CO2 per gli autoveicoli pesanti,
l'associazione degli armatori europei ECSA ha evidenziato la
necessità di tenere conto delle esigenze della disponibilità
di combustibili puliti e a prezzi accessibili per il trasporto
marittimo. «Il pacchetto “Fit for 55” e il recente
storico accordo all'IMO - ha spiegato oggi il segretario generale
dell'European Community Shipowners' Associations, Sotiris Raptis -
hanno fissato chiari obiettivi rendendo la transizione energetica
per lo shipping non una questione di “se”, ma una
questione di “come”. La transizione energetica - ha
sottolineato Raptis - richiederà immense quantità di
combustibili puliti e convenienti per il trasporto marittimo, che è
uno dei settori più difficili da decarbonizzare. Esortiamo i
politici dell'UE ad opporsi al trasferimento di determinanti
quantità di combustibili puliti dal trasporto marittimo
creando in altri settori, in cui esistono alternative, una domanda
artificiale di questi combustibili».
La preoccupazione dell'ECSA, in particolare, è riferita
alla richiesta di ulteriori incentivi per l'uso di quantità
aggiuntive di biocarburanti e di carburanti rinnovabili di origine
non biologica per l'autotrasporto introducendo il cosiddetto Fattore
di Correzione del Carbonio (CCF). Rilevando che è
interessante notare che l'uso diretto dell'idrogeno nelle celle a
combustibile non rientra nell'ambito del CCF ed è definito
come tecnologia per veicoli a zero emissioni secondo gli standard
della CO2 per i veicoli pesanti, l'associazione armatoriale ha
espresso la convinzione che l'introduzione del Carbon Correction
Factor genererà una domanda artificiale di questi carburanti
nel settore dell'autotrasporto, dove esistono altre alternative, e
pertanto determinerà il trasferimento verso il trasporto
stradale di questi combustibili a danno del comparto del trasporto
marittimo e di altri settori che non hanno altre alternative per
decarbonizzarsi.
«Esortiamo quindi i colegislatori - è l'appello
dell'ECSA - ad opporsi ad ulteriori incentivi non necessari come il
CCF negli standard della CO2 per i veicoli pesanti e a fornire
certezza giuridica e di investimento dando priorità allo
shipping».