L'estensione all'industria del trasporto marittimo del sistema
EU ETS per lo scambio di quote di emissione dell'Unione Europea
porta ad una perdita di competitività dei porti dell'UE. Lo
ha ribadito la FEPORT, la federazione dei terminalisti portuali
privati europei, a cinque mesi dall'entrata in vigore delle norme
che hanno incluso lo shipping nel sistema ETS con effetto dallo
scorso primo gennaio. In occasione dell'assemblea generale della
federazione, che si chiude oggi ad Anversa, il presidente della
FEPORT, Gunther Bonz, ha evidenziato che «la competitività
dei porti europei sarà messa alla prova dai cambiamenti nei
modelli commerciali o dai costi derivanti dall'entrata in vigore di
nuove normative. Le società portuali e i terminal portuali
privati situati nell'UE - ha spiegato Bonz - competeranno con
operatori che effettuano attività in porti extra-UE che non
sono interessati da atti legislativi come l'EU ETS Maritime.
L'impatto di questa direttiva sui porti europei - ha sottolineato -
non è stato sufficientemente valutato e, purtroppo, porterà
ad una perdita di attività a danno delle società
portuali e dei terminal privati con sede nell'UE».
«L'UE - ha esortato il presidente della FEPORT - dovrebbe
intensificare i propri sforzi diplomatici per ottenere l'adozione in
sede IMO di uno schema globale paragonabile all'ETS per il settore
marittimo. Se ciò non fosse possibile a breve termine, è
essenziale che l'UE preveda un adeguamento della propria
legislazione che danneggia la competitività ed espone i porti
dell'UE agli effetti dannosi sia sulle imprese che sull'occupazione
della rilocalizzazione delle emissioni di carbonio».
«Abbiamo anche bisogno - ha specificato Bonz - di misure
di mitigazione ora, e non tra due anni. La competitività
degli stakeholder portuali europei non può essere messa a
rischio perché alcune compagnie di navigazione
riorganizzeranno le loro rotazioni per evitare di fare scalo nei
porti dell'UE e di pagare le quote ETS. Ci auguriamo che la
Commissione Europea ascolti questo appello».
FEPORT ha rilevato che ora è anche il momento che la
competitività e la resilienza dell'ecosistema marittimo siano
poste al centro delle prossime strategie della Commissione Europea,
che dovrebbero assegnare priorità al finanziamento della
transizione energetica e maggiori fondi per il settore dei trasporti.
Inoltre la federazione ha esortato le istituzioni dell'UE ad
assicurare che le misure di sostegno ad un settore della catena
logistica marittima non vengano utilizzate per distorcere la
concorrenza in altri settori o verso altri attori, vietando aiuti di
Stato che concedano un vantaggio competitivo ad alcuni attori e non
ad altri operativi nell'ambito dello stesso mercato. A questo
proposito, FEPORT ha invitato nuovamente l'UE a limitare i regimi
tonnage tax applicati al trasporto marittimo e a vietare la loro
estensione alle operazioni di movimentazione delle merci.