
Una parte dell'area ex Tubimar del porto di Ancona sarà
riservata allo sviluppo della cantieristica nautica. Il Comitato di
gestione dell'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico
Centrale ha approvato ieri un atto di indirizzo per definire la
riorganizzazione funzionale del complesso immobiliare, coinvolto nel
grave incendio del settembre 2020 e attualmente oggetto di
interventi di sistemazione e ristrutturazione
(
del
16
settembre 2020), con lo scopo di programmare le destinazioni
d'uso dei padiglioni sulla base delle necessità espresse
dagli operatori portuali e delle previsioni di sviluppo di alcuni
settori produttivi come quello della cantieristica e della nautica
di lusso.
Alcuni spazi dei padiglioni non lesionati dall'incendio sono
stati dati in concessione ad imprese portuali che ne hanno fatto
richiesta per attività di deposito merci, materiali e come
stallo per automezzi. I padiglioni irrimediabilmente danneggiati,
ora che si è completato il percorso giudiziale, saranno
invece demoliti e dati in concessione. L'atto di indirizzo approvato
prevede che quest'ultima area sarà dedicata al recupero della
vocazione manifatturiera del sito con la coesistenza di due settori
di eccellenza dello scalo dorico, quello della logistica e della
cantieristica.
L'AdSP ha specificato che l'intento è, quindi, quello di
promuovere la trasformazione di una parte dell'ex Tubimar
incrementando gli spazi a disposizione della nautica dal 30% al 50%
del totale delle superfici, favorendo così la creazione di un
distretto produttivo in cui le imprese trovino ulteriore aree di
sviluppo, per le quali hanno più volte manifestato interesse.
«La cantieristica di lusso - ha sottolineato il presidente
dell'ente portuale, Vincenzo Garofalo - è un'eccellenza
produttiva che identifica il porto di Ancona a livello
internazionale. Con questo atto di indirizzo compiamo un ulteriore
concreto atto di attenzione a supporto di un settore trainante,
capace di portare investimenti di lungo periodo, lavoro diretto e
dell'indotto delle imprese del territorio e soprattutto occupazione.
Un interesse che coinvolge in maniera determinate anche la
formazione, azione portata avanti dall'Associazione Marche Yachting
di cui l'AdSP è socia perché condivide la necessità
di promuovere la conoscenza di un settore che può offrire
grandi opportunità di impiego per i giovani».
A tal proposito è legittimo porre in dubbio l'opportunità
per enti come le Autorità di Sistema Portuale - quella di
Ancona così come altre italiane - di associarsi ad
organizzazioni costituite prevalentemente o in toto da imprese
private il cui scopo è tutelare gli interessi economici e
sociali di una categoria o parte di essa e, come rappresentanti di
questa, formulare proposte che possono o meno essere accolte dalle
autorità istituzionali, tra cui le stesse AdSP. Nel caso
specifico, uno degli scopi dichiarati dalla Marche Yachting and
Cruising Association è quello di «riunire la voce del
settore nel dialogo con le istituzioni e gli istituti di
formazione», dialogo che sembra opportuno avvenga in una sede
istituzionale piuttosto che in una sede associativa.