Se il pacchetto “Fit for 55” adottato dall'UE nel
2021 fissa come obiettivo la riduzione pari ad almeno il 55% delle
emissioni nette di gas serra entro il 2030 rispetto ai livelli del
1990, una mappatura dei progetti per lo sviluppo di e-fuel per il
settore navale mostra che entro il 2030 il 4% del settore europeo
del trasporto marittimo potrebbe utilizzare carburanti sintetici, ma
solo un terzo di questi progetti potrebbe essere effettivamente
attuato in quanto i produttori di fuel sono restii ad investire in
questi progetti senza maggiori garanzie che la futura domanda di
e-fuel in Europa sarà sufficiente. Lo evidenzia un nuovo
studio di Transport & Environment (T&E), l'organizzazione
europea che promuove la decarbonizzazione dei trasporti, avvertendo
che la maggioranza di questi progetti potrebbe non essere mai
realizzata nel decennio in corso.
Lo studio spiega che attualmente in tutta Europa sono
programmati almeno 17 progetti il cui obiettivo è fornire
alle navi e-fuel basati sull'idrogeno, progetti che, se attuati,
potrebbero soddisfare quasi il 4% della domanda di energia da parte
dell'industria dello shipping entro il 2030. Inoltre T&E ha
individuato in Europa altri 44 progetti basati sull'idrogeno che
potrebbero fornire e-fuel allo shipping, anche se chi li promuove
potrebbe essere propenso a fornire questi combustibili ad altre
industrie nelle quali la richiesta è maggiore.
Con l'attuazione di questi progetti - specifica il documento -
potrebbe facilmente essere raggiunto l'obiettivo dell'Unione Europea
di fornitura del 2% di e-fuel verdi entro il 2034. Tuttavia -
avverte lo studio di T&E - la maggior parte di questi progetti
deve ancora ricevere finanziamenti e non un solo progetto dedicato
specificamente al settore del trasporto marittimo è in corso.
Secondo i riscontri ricevuti da T&E, i produttori di carburanti
esitano nel portare avanti questi progetti in quanto non c'è
certezza sull'effettiva domanda né sugli investimenti.
«I progetti sull'idrogeno - ha spiegato Inesa Ulichina,
che in T&E si occupa della sostenibilità del trasporto
marittimo - stanno spuntando in tutta Europea ed hanno il potenziale
per alimentare settori difficili da decarbonizzare come lo shipping
e per creare migliaia di buoni posti di lavoro. Ma al momento non ci
sono sufficienti certezze e rischiamo di perdere questa occasione
d'oro». «Lo shipping - ha aggiunto Ulichina - si
confronta con il dilemma “dell'uovo e della gallina”. I
produttori di e-fuel, prima di effettuare grandi investimenti,
stanno aspettando segnali più chiari circa la domanda da
parte degli operatori marittimi. D'altro canto gli operatori
marittimi stanno aspettando che questi carburanti aumentino e
diventino più economici prima di firmare accordi di
fornitura. L'UE - ha osservato la rappresentante di T&E -
dovrebbe assicurare una maggiore domanda e offerta di e-fuel
attraverso una regolamentazione che fornisca certezze sugli
investimenti ai produttori di carburante e alle compagnie di
navigazione».
A tal proposito, T&E raccomanda agli Stati membri dell'UE di
imporre che entro il 2030 almeno l'1,2% dei combustibili per lo
shipping sia costituito da e-fuel come raccomandato dalla direttiva
europea “RED III”, in quanto - secondo Transport &
Environment - ciò sarebbe sufficiente ad offrire garanzie a
tutti i progetti attualmente in programma che hanno già
ricevuto finanziamenti e a consentire ad altri progetti di prendere
una decisione finale sugli investimenti.