La validità del contratto in essere dei lavoratori
portuali dei porti statunitensi della costa orientale e del Golfo
sarà estesa sino al prossimo 15 gennaio. Lo hanno concordato
nelle scorse ore il sindacato americano International Longshoremen's
Association (ILA) e la United States Maritime Alliance (USMX),
l'organizzazione che rappresenta le compagnie di navigazione,
principalmente del settore dei container, che fanno scalo in questi
porti nonché diverse società terminaliste che vi
gestiscono terminal portuali. L'intesa di massima raggiunta da ILA e
USMX prevede - hanno specificato le due organizzazioni - un ritorno
delle due parti al tavolo delle trattative per negoziare tutte le
altre questioni in sospeso.
L'accordo di massima pone fine con effetto immediato allo
sciopero in atto da martedì nei porti americani di queste
regioni.
Rivendicando il successo dell'intervento nella controversia per
il rinnovo del contratto dei lavoratori portuali del presidente
Biden, che aveva esortato l'USMX a presentare un'offerta
migliorativa delle precedenti
(
del 2
ottobre 2024), il segretario statunitense ai Trasporti, Pete
Buttigieg, ha sottolineato che «questo accordo di massima per
dare ai lavoratori un aumento storico e meritato non sarebbe stato
possibile senza la leadership del presidente Biden, della
vicepresidente Harris, dell'ILA e delle aziende associate all'USMX.
Voglio ringraziare - ha aggiunto Buttigieg - tutti i soggetti
coinvolti per aver messo il Paese al primo posto, per aver trovato
una strada per riaprire i porti e per aver assicurato che merci
essenziali, incluse quelle dirette alle aree duramente colpite
dall'uragano Helene, torneranno a circolare». Ringraziando i
membri dell'amministrazione da lui diretta per giungere a questo
risultato, il segretario ai Trasporti ha specificato che il suo
ministero continuerà a coordinarsi con le diverse parti delle
supply chain americane per garantire una ripresa ordinata
dell'attività nei porti e «per incoraggiare un buon
esito delle prossime trattative contrattuali».