
Le nuove tasse che saranno applicate alle navi costruite in Cina
o di proprietà oppure operate da entità cinesi che
faranno scalo nei porti statunitensi, che sono state fortemente
volute dal presidente americano Donald Trump
(
del
18
aprile 2025), hanno allarmato la comunità armatoriale
internazionale che ormai da tempo fa affidamento sui cantieri navali
cinesi per molta parte delle proprie nuove costruzioni. Sinora a
reagire all'iniziativa statunitense sono state le associazioni di
categoria degli armatori che hanno evidenziato gli effetti negativi
causati dalle nuove tariffe ai commerci e alla stessa economia
americana. Oggi, per la prima volta, una singola società
armatrice rende noto ufficialmente qual è l'impatto delle
tasse USA applicate alle navi cinesi sulle proprie strategie di
rinnovamento della flotta.
Si tratta della giapponese Mitsui O.S.K. Lines (MOL) che ha
ammesso che, «alla luce dell'attuale situazione geopolitica,
la compagnia assumerà decisioni all'insegna della cautela
nella selezione dei cantieri navali per eventuali nuovi ordini di
navi GNL». Se è di venerdì l'annuncio della
stessa MOL di aver ordinato una nuova Very Large Crude Carrier
alimentata a gas naturale liquefatto al cantiere navale cinese
Dalian COSCO KHI Ship Engineering Co. (DACKS), che sarà presa
in consegna nel 2027, la compagnia giapponese ha ammesso che da ora
in poi, evidentemente, ci penserà due volte prima di
commissionare la costruzione di una nave in Cina, anche se - ha
specificato MOL - «esiste solo un numero limitato di cantieri
navali al mondo in grado di costruire metaniere di elevata qualità
per assicurare un sicuro trasporto di gas naturale liquefatto, e i
cantieri navali cinesi rappresentano un partner importante per
garantire diversificazione e flessibilità nelle fonti di
approvvigionamento».
«Le compagnie di navigazione - ha precisato MOL in una
nota - hanno ordinato metaniere ai cantieri navali cinesi sulla base
di scelte autonome e delle esigenze dei clienti. Tuttavia, ora molte
compagnie di navigazione - ha puntualizzato la società
giapponese evidenziando che il problema interessa anche gli altri
vettori del mercato - stanno monitorando gli orientamenti, tra cui
“la presa in considerazione da parte degli Stati Uniti di
tasse portuali aggiuntive per le navi costruite in Cina” ed
altri fattori d'influenza».
La compagnia giapponese ha concluso spiegando che «continuerà
a valutare attentamente l'utilizzo dei cantieri navali cinesi,
assieme ai cantieri navali sudcoreani, che soddisfano i suoi
standard di qualità e sicurezza, adottando al contempo, per
soddisfare la domanda globale di trasporto di GNL, una visione
completa delle future tendenze della politica statunitense e dei
rischi geopolitici. La missione della MOL, in qualità di
operatore leader nel trasporto di GNL, è di supportare la
stabilità delle forniture energetiche».