
X-Press Feeders respinge gran parte degli addebiti per
l'incidente alla portacontainer
X-Press Pearl, avvenuto nel
2021 al largo del porto di Colombo
(
del
25
maggio e
3
giugno 2021), che lo scorso mese ha portato la Corte Suprema
dello Sri Lanka ad ordinare un pagamento iniziale di un miliardo di
dollari entro un anno in relazione al sinistro della nave
(
del
25
luglio 2025).
Sottolineando profonda preoccupazione per la recente decisione
della Corte, giovedì, in una nota, la compagnia di
navigazione singaporiana ha specificato che la «principale
preoccupazione è il costo umano che questa sentenza rischia
di comportare. La Corte - ha denunciato X-Press Feeders - ha di
fatto dichiarato il comandante della nave e gli agenti locali
colpevoli di accuse penali prima della conclusione dei loro processi
e, nel caso degli agenti, persino prima che fossero presentate
accuse formali per alcune delle accuse. La sentenza ordina al
procuratore generale di ordinare alla polizia di indagare
ulteriormente sugli agenti e di processarli, nonostante non abbiano
alcun ruolo decisionale nelle operazioni della nave. Il comandante -
ricorda la nota della compagnia - è in Sri Lanka già
da quattro anni e mezzo a causa di un divieto di viaggio imposto dal
tribunale. Nonostante le offerte di versare l'importo della massima
ammenda possibile per le accuse a suo carico, rimane in un limbo,
separato dalla sua famiglia e impossibilitato a riprendere la sua
vita o la sua carriera. Quando le azioni del comandante sono state
discusse in tribunale - ha denunciato ancora la compagnia - egli non
era né presente né personalmente rappresentato
legalmente, e non gli è stata data alcuna possibilità
di rispondere delle accuse mosse a suo carico. La sentenza, di
fatto, considera lui e gli agenti come “garanzie umane”
per assicurare che armatori e operatori la rispettino».
Secondo X-Press Feeders, «l'intenzione del tribunale di
addossare ogni colpa e responsabilità sugli armatori e sugli
operatori della nave è palesemente evidente nella sentenza
sul ruolo delle autorità dello Sri Lanka nell'incidente. Essa
scagiona le azioni del comandante del porto e del direttore generale
della Marina Mercantile, nonostante i loro esperti siano saliti a
bordo e abbiano ispezionato la nave senza sollevare alcun allarme o
motivo immediato di preoccupazione, più di una settimana
prima dell'affondamento della X-Press Pearl. Inoltre, ignora
le richieste di aiuto della nave e il rifiuto da parte di tre porti
(in Qatar, India e Sri Lanka) di scaricare i container prima
dell'inizio dell'incendio. Sebbene il tribunale riconosca le
mancanze dell'ex direttore della Marine Environment Protection
Authority nel non aver emesso ordini decisi e chiari per portare la
nave al largo, un'azione che avrebbe ridotto al minimo i danni
all'ambiente e all'economia, non ne attribuisce alcuna
responsabilità, nonostante le numerose e urgenti richieste
degli armatori. Il tribunale ha definito questa trasgressione da
parte del presidente “un chiaro allontanamento dal processo
decisionale collettivo”».
«Fin dall'inizio
- ricorda la nota della compagnia singaporiana - X-Press Feeders ha
espresso profondo rammarico al popolo dello Sri Lanka per l'impatto
dell'affondamento della X-Press Pearl e ha ribadito il suo
impegno a fornire piena assistenza al governo dello Sri Lanka in
tutte le operazioni di bonifica. Pur riconoscendo la necessità
di un risarcimento per qualsiasi danno ambientale, riteniamo che
tale risarcimento debba essere effettuato in modo equo e corretto,
individuando le carenze nelle operazioni di risposta e bonifica del
governo dello Sri Lanka e basandosi su una valutazione dei danni
condotta da esperti e scientificamente valida, che non comporti un
grave impatto umano. Per limitare l'impatto ambientale, gli armatori
hanno finora pagato oltre 150 milioni di dollari per rimuovere il
relitto, rimuovere i pellet plastici dalle spiagge e risarcire i
pescatori colpiti».
«Per oltre 40 anni - conclude
la nota - X-Press Feeders ha svolto un ruolo fondamentale nel
commercio dello Sri Lanka. Tuttavia, questa sentenza, che ignora il
diritto marittimo internazionale accettato, stabilisce un livello di
rischio senza precedenti che noi, assieme alla maggior parte delle
compagnie di navigazione, faremo fatica a gestire. Temiamo
l'inevitabile aumento dei costi di import-export e il più
ampio impatto sulla popolazione dello Sri Lanka. Esortiamo tutte le
parti coinvolte a considerare le implicazioni e le ramificazioni di
queste conclusioni provvisorie e chiediamo decisioni razionali e
sentenze in materia di responsabilità e risarcimento che
tengano conto delle esigenze di ripristino ambientale e di
risarcimento, garantendo al contempo la continuità dei
commerci per la popolazione dello Sri Lanka».