
L'obiettivo della riforma delle norme in materia portuale allo
studio del governo ha l'obiettivo, fermo restando il forte
radicamento delle Autorità di Sistema Portuale sul territorio
che non è in discussione, di configurare una rete portuale
nazionale capace di superare le frammentazioni interne. Lo ha detto
oggi il vice primo ministro e ministro delle Infrastrutture e dei
Trasporti, Matteo Salvini, intervenendo al Senato in risposta ad
un'interrogazione sugli obiettivi della prossima riforma del sistema
portuale illustrata dal senatore Etelwardo Sigismondi di Fratelli
d'Italia.
Inoltre, ha proseguito Salvini, «serve semplificare le
procedure burocratiche a partire da quelle per l'adozione dei piani
regolatori che spesso costituiscono un ostacolo alla realizzazione
di interventi come i dragaggi, essenziali per promuovere
l'accessibilità stessa dei porti. In terzo luogo dobbiamo
rilanciare una visione integrata della pianificazione e
programmazione di tutti gli investimenti portuali, visto che stiamo
investendo miliardi di euro per lo sviluppo della portualità
in Italia, da Trieste a Lampedusa».
In merito alla tempistica per l'approvazione della riforma,
Salvini ha specificato che il testo, che è il risultato di
una piena sinergia con il Ministero dell'Economia e delle Finanze, è
in attesa delle ultime verifiche tecniche da parte delle competenti
amministrazioni.
«Contestualmente - ha aggiunto il ministro - stiamo
proseguendo il dialogo con le competenti strutture della Commissione
Europea, sia rispetto agli obiettivi di rafforzamento della
concorrenzialità del settore, già oggetto di
specifiche riforme PNRR, sia rispetto alla razionalizzazione degli
aspetti connessi alla tassazione portuale. Un obiettivo così
ambizioso che mira riformare in profondità, dopo decenni,
l'intero sistema portuale richiede scelte ponderate e condivise».