
Nei porti italiani le navi si riforniscono prevalentemente di
combustibili tradizionali e la quota di bunkeraggio di fuel
alternativi utili alla decarbonizzazione del trasporto marittimo è
ancora limitata. Lo ha rilevato il direttore generale di
Assocostieri, Dario Soria, nel suo un intervento dal titolo
“Logistica energetica e combustibili alternativi per il
settore marittimo” alla tavola rotonda “New frontiers in
green shipping technologies - Decarbonization and energy efficiency”
di Port&ShippingTech, svoltasi questa mattina al Centro
Congressi del Porto Antico di Genova, che si è svolta
nell'ambito della settima edizione della “Genoa Shipping Week”
ed è stata moderata da Daniele Testi, presidente di SOS
LOGistica e amministratore delegato di Piano 23.
Ricordando che «negli ultimi anni il quadro legislativo
europeo e internazionale ha fissato obiettivi di decarbonizzazione
molto sfidanti per il settore marittimo», Soria ha evidenziato
che, se il trasporto marittimo fosse uno Stato, sarebbe il sesto
emettitore mondiale di CO2 dato che, «pur rappresentando circa
il 3% delle emissioni globali, movimenta oltre il 90% delle merci
mondiali e assorbe più del 6% della domanda globale di
petrolio e prodotti petroliferi».
Nel suo intervento il direttore generale di Assocostieri ha
illustrato le potenzialità del gas naturale liquefatto e dei
suoi derivati per la decarbonizzazione dello shipping, con riduzioni
significative di emissioni (circa -25% CO2, -90% NOx, -100% SOx e
-100% particolato) e la prospettiva del bioGNL, che può
offrire riduzioni nette fino al -120%. Tuttavia - ha spiegato - i
dati di consumo italiano mostrano un uso ancora limitato del
bunkeraggio nei porti nazionali: la maggior parte dei rifornimenti è
ancora basata su marine diesel e fuel oil, con segnali di crescita
solo timida per HVO, biodiesel e GNL (da 6.000 tonnellate nel 2021 a
3.000 tonnellate nel 2024, con aspettative di aumento nel 2025). Lo
studio Assocostieri-Nomisma Energia - ha specificato Soria -
dimostra che l'Italia è tra gli ultimi Paesi europei per
volumi di bunkeraggio, comparabile a Malta e appena sopra Grecia e
Turchia.
«Abbiamo fatto - ha osservato Soria - passi avanti sulla
logistica del GNL, con linee guida predisposte dal MIT, dalla
Capitaneria e da Assocostieri, ma per sviluppare una vera filiera
dei nuovi combustibili alternativi (oggi GNL, domani metanolo, che
potrebbe rappresentare circa il 20% degli ordini entro il 2030)
servono interventi sia regolatori sia operativi a livello locale:
occorre favorire uno sviluppo “dal basso” nei singoli
porti per rendere possibili le operazioni commerciali». Tra le
proposte presentate da Assocostieri per dare impulso alla filiera
dei fuel alternativi: rendere possibile l'utilizzo delle bettoline
come depositi galleggianti per combustibili alternativi, funzione
oggi non prevista per gli oli minerali ma ritenuta strategica per
accelerare la diffusione del bunkeraggio alternativo nei porti
italiani.