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TRASPORTO MARITTIMO
Il MEPC dell'IMO ha deciso il rinvio di un anno del voto sulla strategia per la decarbonizzazione dello shipping
Kazakos (ICS): l'industria ha bisogno di chiarezza. T&E, c'è il rischio che l'accordo, anche se adottato tra un anno, non entri in vigore prima del 2030
Londra/Bruxelles
17 ottobre 2025
La sessione di questa settimana a Londra del Marine Environment
Protection Committee dell'International Maritime Organization,
ritenuta da molte parti dell'industria dello shipping e delle
organizzazioni politiche e ambientaliste cruciale per concordare una
strategia globale per la decarbonizzazione del settore marittimo
anche in considerazione del sostegno ricevuto da parte degli Stati
membri dell'IMO nella scorsa sessione di aprile con la dichiarazione
di 63 voti favorevoli alla proposta e 16 contrari, si è
conclusa oggi con l'approvazione, con 57 Stati a favore, 49 contrari
e 21 astenuti, di una mozione presentata da Singapore e sottoposta
al voto dall'Arabia Saudita per il rinvio di un anno della votazione
dell'adozione del Net-Zero Framework (NZF), il quadro che
introdurrebbe obiettivi vincolanti per ridurre l'intensità di
carbonio nei carburanti utilizzati dalle navi.
Il rinvio è stato accolto con disappunto
dall'associazione armatoriale internazionale ICS: «siamo
dispiaciuti - ha dichiarato questa sera il segretario generale
dell'International Chamber of Shipping, Thomas A. Kazakos - per il
fatto che in questa riunione gli Stati membri non siano riusciti a
concordare una via da seguire. L'industria ha bisogno di chiarezza
per poter effettuare gli investimenti necessari per decarbonizzare
il settore marittimo, in linea con gli obiettivi stabiliti nella
strategia GHG dell'IMO. Come industria, continueremo a collaborare
con l'IMO, che è l'organizzazione migliore per definire le
normative globali necessarie per un'industria globale».
Rammarico per il rinvio è stato espresso anche
dall'associazione armatoriale europea European Shipowners - ECSA.
Ricordando che il Net-Zero Framework mira a creare il primo
meccanismo globale di fissazione del prezzo del carbonio per
qualsiasi settore industriale, con l'obiettivo di tracciare un
percorso chiaro per la transizione del trasporto marittimo verso
l'azzeramento delle emissioni, e che l'adozione dell'accordo in sede
IMO è fondamentale per realizzare la transizione del
trasporto marittimo internazionale verso le emissioni nette zero e
per garantire parità di condizioni a livello internazionale,
anche il segretario generale dell'associazione, Sotiris Raptis, ha
sottolineato che il «Net-Zero Framework dell'IMO è
essenziale per dare al settore la certezza di cui ha bisogno e per
inviare un segnale forte al mercato affinché produca i
combustibili puliti necessari per raggiungere l'obiettivo di zero
emissioni nette. Il trasporto marittimo - ha aggiunto Raptis - è
un settore internazionale che necessita di stringenti normative
globali per la decarbonizzazione. Una regolamentazione globale è
essenziale per garantire condizioni di parità a livello
internazionale e per realizzare la transizione energetica del
trasporto marittimo internazionale. Continueremo - ha concluso
Raptis - a collaborare con i nostri partner internazionali per
garantire il raggiungimento di un accordo sul quadro Net-Zero
dell'IMO».
L'associazione europea Transport & Environment (T&E),
che promuove la decarbonizzazione del settore dei trasporti, ha
evidenziato che sulla riunione del MEPC di questa settimana è
pesata la minaccia rivolta dall'amministrazione statunitense nei
confronti di quegli Stati che si fossero decisi a votare a favore
del Net-Zero Framework
(
del 13
ottobre 2025), ma anche la «settimana di pressioni e
tattiche dilatorie da parte di Stati Uniti, Arabia Saudita e diversi
altri Paesi». Commentando il voto per il rinvio, Alison Shaw,
responsabile di T&E presso l'IMO, ha rilevato che «la
proroga lascia il settore marittimo in balia dell'incertezza. Ma -
ha precisato - questa settimana ha anche dimostrato che esiste una
chiara volontà di ripulire il settore, nonostante la
prepotenza degli Stati Uniti. Il mondo non può permettere che
intimidazioni e interessi acquisiti determinino il ritmo dell'azione
per il clima. I Paesi ambiziosi in materia di clima devono sfruttare
questo momento per costruire una forte maggioranza a sostegno di una
decarbonizzazione significativa. Saranno loro a beneficiare
dell'economia di domani, non i giochi di potere geopolitici del
passato».
Lamentando che il rinvio sposterà il voto per l'adozione
del quadro alla prossima sessione di ottobre 2026, con il rischio
che l'accordo, anche se adottato tra un anno, non entri in vigore
prima del 2030, T&E ha tuttavia esortato gli Stati dell'IMO a
non abbandonare le loro ambizioni per il NZF, sfruttando questo
ulteriore lasso di tempo come un'opportunità per rafforzare
strategicamente il quadro normativo e garantire che produca
riduzioni tangibili delle emissioni. Secondo l'associazione
ambientalista, infatti, è necessario sviluppare misure
cruciali, come l'introduzione di incentivi chiari per i carburanti
elettrici verdi scalabili e misure di salvaguardia per impedire che
i biocarburanti di prima generazione causino deforestazione.
Meno netto, ma sicuramente allusivo, il commento del Global
Maritime Forum, l'organizzazione internazionale che mira a definire
strategie per il futuro del trasporto marittimo, secondo cui «gli
Stati membri che ad aprile avevano raggiunto un accordo decisivo sul
quadro si sono trovati di fronte a sfide politiche straordinarie per
la sua adozione». «L'aggiornamento odierno - ha
affermato Jesse Fahnestock, direttore per la decarbonizzazione del
Global Maritime Forum - rappresenta una battuta d'arresto deludente
per il trasporto marittimo, ma non la fine di questo percorso. Il
rinvio di un anno intero crea serie difficoltà nel rispettare
le scadenze del Net-Zero Framework concordato ad aprile e renderà
ancora più arduo il raggiungimento degli obiettivi di
decarbonizzazione del settore. Incoraggiamo gli Stati membri che
hanno concordato il quadro ad aprile a ribadire il loro impegno per
il multilateralismo e a proseguire l'urgente lavoro di elaborazione
di linee guida e di adozione di un quadro normativo in grado di
realizzare la strategia sui gas serra concordata all'unanimità
dall'IMO».
Meno sconfortata, anzi per nulla, la reazione di Intertanko,
l'associazione internazionale degli armatori di flotte di navi
cisterna: il rinvio - ha dichiarato il direttore generale Tim
Wilkins - «ci dà il tempo di migliorare il quadro
normativo unico per il settore marittimo per ridurre le emissioni
marittime. Cogliamo questa opportunità per lavorare in modo
collaborativo e affrontare le ambiguità e le preoccupazioni
legate allo NZF sollevate dagli associati di Intertanko».
L'associazione ha ribadito la propria posizione sulla strategia di
decarbonizzazione dello shipping che dovrà essere definita in
una proposta migliorata che tenga conto delle traiettorie e e delle
soglie di riduzione delle emissioni di gas serra, di un sistema di
certificazione dei carburanti sostenibili armonizzato e approvato a
livello globale, dell'istituzione di fattori di emissione
predefiniti scientificamente validi, della metodologia di
valutazione del ciclo di vita per calcolare l'intensità dei
gas serra e il riconoscimento delle fonti energetiche non
combustibili e la relativa metodologia per i crediti di carbonio.
«C'è l'idea sbagliata - ha concluso Wilkins - secondo
cui il settore se ne sia rimasto inerte, in attesa di questa
decisione, quando in realtà i dati dimostrano che negli
ultimi 10-15 anni il settore ha ridotto drasticamente le sue
emissioni e continuerà a farlo, poiché è
semplicemente una buona scelta dal punto di vista commerciale ed
etico».
La Clean Shipping Coalition (CSC), organizzazione ambientalista
che rivolge la propria attenzione all'industria dello shipping, ha
manifestato profonda delusione per la decisione di rinviare di un
anno la votazione per l'adozione dello NZF: «ritardando
l'adozione del suo Net-Zero Framework - ha denunciato John Maggs,
rappresentante dell'organizzazione presso l'International Maritime
Organization - oggi l'IMO ha sprecato un'importante opportunità
per affrontare il contributo del trasporto marittimo globale al
collasso climatico. Con gli impatti del riscaldamento climatico che
si fanno sentire ovunque sulla terra, rinviare questa decisione
equivale semplicemente ad eludere la realtà. I governi che
prendono sul serio l'azione per il clima devono dedicare i prossimi
12 mesi a mobilitare tutte le nazioni che sostengono il quadro,
convincendo coloro che sono indecisi o si oppongono che la sua
adozione è l'unica via sensata da seguire. Tuttavia - ha
aggiunto - non tutto è perduto, nemmeno lontanamente, poiché
esiste un'opportunità immediata per ridurre drasticamente le
emissioni di gas serra del trasporto marittimo, minimizzare il
consumo di carburante e il costo complessivo della transizione
energetica, rafforzando e rendendo applicabile l'Indicatore di
Intensità di Carbonio (CII), la misura fondamentale
dell'efficienza energetica dell'IMO. Non c'è tempo da perdere
- ha sottolineato Maggs - al MEPC 84 di aprile 2026 gli Stati membri
devono concentrare tutta la loro attenzione sulla trasformazione del
CII nel motore di efficienza energetica necessario per raddrizzare
rapidamente la situazione e rimetterla sulla strada giusta per
diventare una soluzione climatica. Sebbene il Net-Zero Framework sia
tutt'altro che perfetto, adottarlo sarebbe stato un passo importante
per rispettare l'impegno dell'IMO e inviare segnali chiave ad un
settore che non solo chiedeva un quadro globale, ma sosteneva
attivamente questo accordo».
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