
L'industria mondiale della demolizione e del riciclaggio navale
sta compiendo notevoli passi avanti nel campo della sostenibilità
ambientale, ma questo percorso è ostacolato e rallentato da
conflitti normativi e dalla disinformazione. Lo ha sottolineato
l'associazione internazionale del settore dello shipping BIMCO ad un
anno dal lancio della “Ship Recycling Alliance”,
iniziativa per promuovere e supportare lo svolgimento di queste
attività in modo sicuro e compatibile con l'ambiente nonché
per facilitare l'implementazione della Convenzione internazionale di
Hong Kong per il riciclaggio sicuro e rispettoso dell'ambiente delle
navi che è entrata in vigore lo scorso 26 giugno
(
del
14
novembre 2024).
I conflitti normativi a cui si riferisce l'associazione sono
quelli tra la Convenzione in vigore dall'inizio della scorsa estate
e la Convenzione di Basilea sul controllo dei movimenti
transfrontalieri di rifiuti pericolosi e sulla loro eliminazione. Il
BIMCO ha spiegato che attualmente le navi a fine vita pienamente
conformi alla Convenzione di Hong Kong rischiano ancora di essere
trattenute nei porti per violazione della Convenzione di Basilea
dato che alcune nazioni adottano quest'ultima per regolamentare il
riciclaggio delle navi, mentre altre sostengono con forza la
Convenzione di Hong Kong e altre ancora ritengono che le due,
combinate, offrano la soluzione migliore. Osservando che si può
discutere a lungo su quale delle due sia più adatta a fornire
le basi per un'industria del riciclaggio navale più sicura e
sostenibile, l'associazione ha rilevato che attualmente sono proprio
i conflitti legali tra le due a rappresentare un ostacolo al
raggiungimento dell'obiettivo finale della sostenibilità del
riciclaggio delle navi.
Le controversie legali - ha specificato il BIMCO - rischiano di
rallentare i progressi dei cantieri che si sono già impegnati
a fornire posti di lavoro sicuri e un riciclaggio delle navi
rispettoso dell'ambiente, e ciò nonostante l'industria del
riciclaggio navale abbia compiuto notevoli progressi, con i cantieri
di riciclaggio navale di India e Bangladesh che hanno investito
molto in impianti certificati, moderni sistemi di sicurezza e una
solida gestione ambientale. Ricordando che prima dell'entrata in
vigore della Convenzione di Hong Kong, circa 115 dei 130 cantieri di
riciclaggio navale indiani erano già conformi a questa
Convenzione, il BIMCO ha evidenziato che ora che la Convenzione è
entrata in vigore questi cantieri non dovrebbero essere ignorati
nell'elenco dell'Unione Europea degli impianti di riciclaggio delle
navi né nel dibattito pubblico in quanto - ha sottolineato
l'associazione - sono cantieri che rappresentano l'essenza del
riciclaggio navale sicuro e sostenibile, i cui miglioramenti in
questa direzione sono stati verificati e certificati dalle
principali società di classificazione e dalle autorità
internazionali.
Spiegando che si stima che oltre 16.000 navi oceaniche dovranno
essere riciclate nel prossimo decennio, un numero più che
doppio rispetto a quello delle navi riciclate nel mondo nei dieci
anni che terminano nel 2025, il BIMCO ha osservato che continueranno
quindi ad essere necessari enormi sforzi in tutta la regione
dell'Asia meridionale per migliorare ulteriormente le condizioni dei
lavoratori e la tutela dell'ambiente nel settore del riciclaggio
navale e sarà anche necessario l'impegno dell'industria dello
shipping a riciclare le navi solo presso cantieri conformi alla
Convenzione di Hong Kong.