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Hessenatie, la maggiore impresa portuale terminalistica del porto di Anversa che nel 1998 ha trattato un volume globale di traffico di 28,3 milioni di tonnellate di merci (inforMARE del 26 febbraio), ha posto la sua candidatura per il terzo container terminal soggetto a marea da costruire sulla riva della Schelda, e nello stesso tempo segue una politica di diversificazione che amplia il suo raggio di azione oltre le attività già ben avviate ad Anversa, Zeebrugge e Rotterdam. La società terminalistica conduce infatti trattative per la realizzazione di un terminal misto (breakbulk/container) a Itapoa, nel sud est del Brasile, progetta la costruzione di un grande container terminal a Tangeri e, secondo un settimanale francese, vedrebbe di buon occhio una partecipazione nel capitale del Southern European Container Hub (SECH) del porto di Genova, che è di proprietà del Gruppo Investimenti Portuali (GIP) costituito dalle finanziarie delle tre agenzie marittime Intersea, Gastaldi e Thos.L. Carr .
La notizia è però smentita dal vertice del GIP: "con la Hessenatie abbiamo una collaborazione tecnica dalla fine della scorsa estate - ci ha precisato Luigi Negri, presidente dell'Intersea - ma niente di più. Ad eventuali partecipazioni nel nostro capitale penseremo semmai quando si tratterà di ampliare il terminal".
Al SECH si era già insistentemente interessata l'anno scorso la P&O Ports, 'braccio' australiano del gruppo P&O, che era sul punto di acquisire una partecipazione del 20 per cento del capitale del GIP. Le trattative erano così a buon punto che l'ingresso della P&O Ports era stato annunciato nel corso di una cerimonia a Palazzo San Giorgio, sede dell'Autorità Portuale di Genova (inforMARE del 26 novembre 1997). Poi l'offerta tramontò e pare che la società australiana ora si interessi esclusivamente al MITH del porto di Cagliari, che fa capo alla stessa GIP.
Rimane comunque certo il vivo interesse di capitali stranieri per il SECH, una delle strutture più moderne e funzionali del porto di Genova.
Carlo Bellio
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