La posta in gioco è troppo elevata e Carnival Corporation non ha intenzione di perdere. Oggi il gruppo crocieristico statunitense ha infatti rialzato la propria offerta per la fusione con la P&O Princess Cruises lanciata per evitare che la compagnia britannica effettui la stessa operazione con la Royal Caribbean (inforMARE del 20 novembre 2001). La proposta iniziale, basata sul prezzo di 450 pence per ogni azione della compagnia britannica, è stata infatti portata a 500 pence, nonostante il gruppo di Miami abbia più volte asserito la validità della sua prima offerta economica. Ma l'ultimatum rilanciato martedì scorso da P&O Princess alla Carnival, chiamata a ripresentare una nuova offerta entro il termine ultimo di venerdì, ha sortito l'effetto voluto (inforMARE del 15 gennaio 2002).
La nuova proposta presentata dalla Carnival è basata su un prezzo d'acquisto di 250 pence in contanti più 0,138 azioni del gruppo americano per ogni azione della P&O Princess. Un'offerta - ha precisato la Carnival - superiore del 12% rispetto a quella iniziale presentata lo scorso mese (inforMARE del 17 dicembre 2001) e che valuta l'intero capitale azionario ordinario della P&O Princess circa 3,5 miliardi di sterline.
Il presidente della Carnival, Micky Arison, ha concluso la lettera inviata oggi al leader di P&O Princess, Lord Sterling, chiedendo di riconoscere la superiorità della nuova offerta. Se ciò non avverrà - ha specificato - Carnival chiederà nuovamente agli azionisti della compagnia britannica di aggiornare ad altra data l'assemblea prevista per il prossimo 14 febbraio o, se tale richiesta non dovesse essere accolta, di votare contro la fusione con la Royal Caribbean. |
|