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Tappa a Genova del dibattito sulla metodologia di pianificazione dei “Core Network” dei porti europei
Il segretario generale di ESPO, Patrick Verhoeven, ha consegnato un riconoscimento al Genoa Port Center ed ha incontrato Merlo e Gallanti
18 giugno 2010
Sono circa 400 i porti dell'Unione Europea. Ma il numero triplica conteggiando gli scali minori, gli approdi temporanei, i terminal industriali ed altre infrastrutture marittime a servizio della navigazione, della merce, dell'economia e dei cittadini. Ogni porto ha una sua storia ed una propria specificità. In sede UE si sta lavorando per definire il quadro della portualità europea e per collegare gli scali marittimi alle reti trans-europee TEN-T inserendoli in maniera coerente e coordinata nello sviluppo dell'economia e della società del continente.
È una vera fatica. Quasi una condanna, come quella inflitta a Sisifo da Zeus. Ne è consapevole Patrick Verhoeven, segretario generale dell'European Sea Ports Organisation (ESPO), l'associazione dei porti europei che, come tale, ha un ruolo di primo piano nel dibattito presso l'UE sui temi della portualità, della logistica e delle reti infrastrutturali.
Verhoeven stamani era a Genova per consegnare all'Autorità Portuale del capoluogo ligure il premio “Menzione Speciale” nell'ambito della prima edizione dell'ESPO Award on Societal Integration of Ports a riconoscimento ai porti maggiormente impegnati sul versante dell'integrazione con le comunità urbane di riferimento. L'ESPO Award è stato consegnato alla fine dello scorso anno al porto spagnolo di Gijón (inforMARE del 5 novembre 2009). L'associazione dei porti europei ha assegnato anche due menzioni speciali ai porti di Ghent e di Genova. Quest'ultimo è stato premiato per il progetto del “Genoa Port Center”, il centro espositivo-educativo del porto genovese creato con il sostegno di diversi soggetti pubblici e privati, tra cui Provincia, Autorità Portuale, Capitaneria di Porto, Università e Porto Antico di Genova, che è stato inaugurato lo scorso novembre (inforMARE del 27 novembre 2009).
Il Genoa Port Center ha impressionato positivamente Verhoeven, che ha avuto modo di verificare la crescita del centro avvenuta nell'arco di pochi mesi, di apprezzarne i contenuti innovativi e, in particolare - ha spiegato - non essendo racchiuso entro la cinta portuale, ma inserito nel cuore della città, il suo peculiare ruolo di punto di comunicazione tra il porto e la comunità locale e di valorizzatore delle attività portuali ed economiche nei confronti della società genovese.
Genova ha una parte da protagonista nella portualità mediterranea ed europea e Verhoeven è venuto nel capoluogo ligure anche per incontrare i vertici del porto nel quadro delle consultazioni pubbliche sulla metodologia di pianificazione dei “Core Network” dei porti europei che si concluderanno il prossimo 15 settembre.
Verhoeven è reduce dal “TEN-T Days 2010”, il dibattito sulla revisione delle reti trans-europee di trasporto tenutosi l'8 e 9 giugno scorsi a Saragozza al quale ha partecipato il presidente di ESPO, Victor Schoenmakers. A Genova Verhoeven ha parlato di questo tema con il presidente dell'Autorità Portuale, Luigi Merlo, e con il past president di ESPO, Giuliano Gallanti. Il dibattito è incentrato sulle recenti indicazioni della Commissione Europea per la revisione della pianificazione delle reti TEN-T in base a due piani di lavoro, uno per la definizione di un “Core Network” che colleghi i principali nodi di trasporto europei e l'altro per la definizione di una rete più diffusa che includa le infrastrutture di collegamento periferiche.
Attualmente - ha ammesso Verhoeven - il dibattito non sembra volto a stabilire un network, ma appare come una lista della spesa dei 27 Paesi membri dell'UE che include non solo i porti, ma anche gli aeroporti e altre infrastrutture di trasporto. E questo - ha aggiunto - prima ancora che venga avviata la discussione su «dove investire».
Il segretario generale di ESPO ha rilevato come, in questo contesto, la valutazione e la definizione del ruolo dei porti europei, resa difficile dal consistente numero degli scali, sia complicata dalla governance dei sistemi portuali europei, che fanno capo allo Stato, oppure alle città o ancora ai privati. A ciò si aggiungono le specificità delle singole regioni portuali.
Verhoeven ha sottolineato che in ambito UE c'è, ad esempio, piena consapevolezza della forte concorrenza portata dai nuovi porti della sponda meridionale del Mediterraneo agli scali del Sud Europa. Ma ha precisato che tale criticità deva essere evidenziata a livello europeo dai governi delle nazioni interessate, quindi Spagna, Italia e gli altri Paesi della costa meridionale del continente.
Pur ribadendo che i nuovi porti di transhipment della sponda africana rappresentano un'opportunità per i porti finali sudeuropei e non una minaccia, Luigi Merlo ha concordato sulla specificità dei porti del Mediterraneo ed ha ricordato le criticità del sistema portuale italiano che - ha sottolineato - ha bisogno di «una legge che gli restituisca competitività».
Come ha più volte rilevato, Merlo ritiene che il disegno di legge sui porti approvato recentemente dal governo non consenta agli scali italiani di recuperare competitività (inforMARE del 16 aprile 2010). Per ciò che riguarda Genova e il suo ruolo nella rete portuale e logistica europea Merlo ha evidenziato la necessità di avviare i lavori per la realizzazione del terzo valico ferroviario appenninico senza il quale - ha precisato - «non entriamo in questo network».
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