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Campagna dell'industria dello shipping per costringere i governi ad adottare misure efficaci contro la pirateria
BIMCO, ICS, Intercargo, Intertanko e ITF lanciano l'iniziativa SOS Save Our Seafarers
1 marzo 2011
L'industria mondiale dello shipping lancia oggi la campagna SOS Save Our Seafarers che ha l'obiettivo di sensibilizzare l'opinione pubblica affinché solleciti i governi a reprimere la pirateria somala che minaccia vitali rotte marittime commerciali. L'intento è di indurre i governi a fare molto di più rispetto a quanto stanno attualmente facendo per contrastare il fenomeno, prima che questo strangoli il commercio mondiale e prima che altri marittimi innocenti siano torturati ed uccisi. L'iniziativa è promossa dalle organizzazioni dell'industria marittima BIMCO, International Chamber of Shipping (ICS), Intercargo e Intertanko, riunite nella Round Table (RT) delle associazioni internazionali dello shipping, e dall'organizzazione sindacale International Transport Workers' Federation (ITF).
La pirateria somala - spiegano le organizzazioni dell'industria marittima - riguarda e colpisce ciascuna persona in tutto il mondo e la recente estensione nell'Oceano Indiano dell'area in cui operano i pirati significa che ora non esistono rotte alternative per evitare i loro attacchi, in particolare per le petroliere che escono dal Golfo Persico. Gli armatori e i marittimi - sottolineano - stanno rivalutando la loro attuale volontà di garantire che queste vitali rotte commerciali rimangano aperte e stanno per decidere se far transitare i traffici in quest'area oppure no.
BIMCO, ICS, Intercargo, Intertanko e ITF ricordano che tutti i giorni le navi mercantili sono oggetto di assalti, di colpi d'arma da fuoco e di tiri di granate a razzo da parte di bande di pirati, che attualmente oltre 800 marittimi sono tenuti in ostaggio sulle loro navi sequestrate dai pirati e che gli equipaggi di queste unità sono sottoposti ad abusi fisici e psicologici per interi mesi mentre viene intimato il pagamento di un riscatto con la richiesta di svariati milioni di dollari. Eppure, anche se colti in flagrante dalle unità delle forze navali impiegate contro la pirateria - precisano - l'80% dei pirati viene rilasciato e messo in condizione di effettuare nuovi attacchi. Ciò accade - sostengono BIMCO, ICS, Intercargo, Intertanko e ITF - perché i politici del mondo non si rendono conto della gravità di questa situazione, mentre invece sono proprio i governi che possono decidere e che hanno il modo di risolvere questa crisi. Tuttavia - sottolineano - i governi non sembrano disposti ad affrontare le realtà e ad agire, e le loro disposizioni impartite alle forze navali messe in campo contro la pirateria sono semplicemente quelle di attuare azioni di dissuasione e di contrasto, a meno che non vengano toccati interessi nazionali.
«È tempo - dichiara il presidente del BIMCO, Robert Lorenz-Meyer - che i governi di tutto il mondo agiscano con fermezza contro i pirati che attaccano e sequestrano le nostre navi. La prassi attuale di rilasciare i pirati arrestati senza effettuare alcun processo è un'onta nei confronti dei nostri marittimi e delle convenzioni internazionali. In questo modo viene assolutamente a mancare il rispetto del diritto internazionale».
«Il risultato dell'inerzia dei governi - osserva il segretario generale dell'ITF, David Cockroft - è che ogni giorno i pirati diventano più forti, più violenti e più ricchi. A nome di tutte le principali organizzazioni dello shipping stiamo chiedendo un aiuto da parte dei governi per affrontare questa piaga umana ed economica inflitta a marittimi innocenti. Lavorando assieme e incoraggiando il sostegno della comunità globale ci auguriamo di poter risolvere l'attuale emergenza della pirateria somala».
L'inerzia dei governi è evidenziata anche dal presidente dell'Intertanko, Graham Westgarth, dal presidente dell'Intercargo, Nicky Pappadakis, e dal presidente dell'ICS/ISF, Spyros M. Polemis. Con l'obiettivo di mutare questo atteggiamento, la Round Table e l'ITF chiedono ai governi di riconoscere la minaccia della pirateria nei confronti dei marittimi e dell'economia mondiale e sollecitano l'attuazione delle seguenti sei misure ritenute indispensabili per sradicare la pirateria sia in mare che a terra: ridurre l'efficacia delle navi-madre utilizzate dai pirati, che sono facilmente identificabili; autorizzare le forze navali a detenere i pirati e a consegnarli affinché siano processati e puniti; definire pienamente nelle leggi nazionali l'illegalità e criminalità di tutti gli atti di pirateria, nonché l'intenzionalità di commetterli, insieme con l'obbligo di cooperare per reprimere la pirateria nell'ambito delle convenzioni internazionali; aumentare i mezzi navali messi a disposizione in quest'area; fornire maggiore protezione e supporto ai marittimi; individuare e criminalizzare i mandanti e i finanziatori che stanno dietro queste organizzazioni criminali.
Per contribuire al lancio e alla diffusione di questa campagna la Round Table e l'ITF hanno attivato un nuovo sito internet all'indirizzo www.saveourseafarers.com.
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