Quotidiano indipendente di economia e politica dei trasporti
07:29 GMT+1
ISTITUZIONI
Consiglio di Sicurezza dell'Onu, unanime condanna degli attacchi degli Houthi contro le navi nel Mar Rosso
L'ambasciatore russo manifesta «i dubbi più seri» sulla “coalizione marittima internazionale” «in gran parte composta da navi da guerra statunitensi» e sulla «legittimità delle sue azioni»
New York
4 gennaio 2024
Ieri il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha affrontato
la questione del susseguirsi di attacchi alle navi nel Mar Rosso
condotti da miliziani Houthi e delle loro ripercussioni sul
commercio mondiale e sulla stabilità della regione, anche in
considerazione della prosecuzione dell'azione militare di Israele
nella Striscia di Gaza. Il segretario generale aggiunto dell'Onu,
Khaled Khiari, ha affermato che tutti gli attacchi provenienti dalle
aree controllate dagli Houthi «devono cessare» e ha
specificato che «nessuna causa o rivendicazione» può
giustificare i continui attacchi degli Houthi contro la libera
navigazione nel Mar Rosso. Khiari ha esortato tutte le parti
interessate ad evitare qualsiasi ulteriore escalation e ad allentare
la tensione e le minacce, evitando che lo Yemen venga «trascinato
in una conflagrazione regionale».
Il segretario generale dell'International Maritime Organization
(IMO), Arsenio Dominguez, ha condannato gli attacchi sottolineando
che «sono inaccettabili», in quanto «le navi
devono poter commerciare in tutto il mondo senza ostacoli e in
conformità con il diritto internazionale». Dominguez ha
specificato che se «l'obiettivo iniziale erano le navi legate
ad Israele, tuttavia - ha precisato - dalle informazioni che abbiamo
ricevuto relativamente agli ultimi avvenimenti, sembra che
attualmente non sia così». Il segretario generale
dell'IMO ha ricordato che «un numero significativo di
compagnie di navigazione, circa 18, ha già deciso di
reindirizzare le proprie navi attorno al Sud Africa al fine di
ridurre gli attacchi alle navi e, naturalmente - ha evidenziato -
ciò ha un impatto in particolare sui marittimi» e - ha
aggiunto - «ciò significa ulteriori giorni di viaggio
in più e, ovviamente, un impatto negativo sui commerci e un
rincaro dei noli marittimi».
In una dichiarazione congiunta, i governi di Australia, Bahrein,
Belgio, Canada, Danimarca, Germania, Italia, Giappone, Nuova
Zelanda, Olanda, Regno Unito, Singapore e Stati Uniti hanno
condannato gli attacchi degli Houthi contro le navi: «gli
attacchi degli Houthi in corso nel Mar Rosso - si legge nel
documento - sono illegali, inaccettabili e profondamente
destabilizzanti. Non esiste alcuna giustificazione legale per
prendere di mira intenzionalmente navi da guerra e navi civili. Gli
attacchi alle navi, comprese le navi commerciali, condotti con
l'utilizzo di velivoli senza pilota, piccole imbarcazioni e missili,
incluso l'impiego per la prima volta di missili balistici antinave
contro tali navi, rappresentano una minaccia diretta alla libertà
di navigazione che costituisce il fondamento del commercio globale
in una delle vie d'acqua più cruciali del mondo». Con
la dichiarazione i governi chiedono «la fine immediata di
questi attacchi illegali e il rilascio delle navi e degli equipaggi
illegalmente detenuti. Gli Houthi - prosegue la denuncia - si
assumeranno la responsabilità delle conseguenze qualora
dovessero continuare a minacciare vite umane, l'economia globale e
il libero flusso del commercio nelle vie navigabili critiche della
regione. Continuiamo - conclude la dichiarazione - ad essere
impegnati per il rispetto dell'ordine internazionale basato su
regole e siamo determinati a contrastare gli ostili protagonisti
responsabili di sequestri e attacchi illegali».
«Nutriamo - ha affermato Vassily Nebenzia, ambasciatore
russo presso le Nazioni Unite, nel suo atteso intervento - serie
preoccupazioni per la situazione nel Mar Rosso. Le sue rotte
commerciali rappresentano un'arteria vitale per il commercio
internazionale e svolgono un ruolo chiave nel mantenimento della
stabilità e della prosperità dell'economia globale.
Una navigazione libera e sicura nella regione è essenziale
per garantire la consegna sostenibile di beni commerciali e anche
umanitari, il che è fondamentale in termini di fornitura di
assistenza ai Paesi in situazioni socioeconomiche difficili,
compreso lo Yemen. Condanniamo fermamente - ha proseguito Nebenzia -
gli attacchi contro navi civili che mettono a repentaglio non solo
la libertà e la sicurezza della navigazione, ma anche la vita
e la salute dei marittimi. Inoltre, creano ulteriori rischi e
aumentano l'instabilità nella regione che è già
“in fiamme”. In questo contesto, la Russia ha sostenuto
il comunicato stampa del Consiglio di Sicurezza su questo argomento
adottato il primo dicembre. Chiediamo alla leadership del movimento
Ansar Allah di cessare qualsiasi azione che possa costituire una
minaccia per le navi mercantili e i loro equipaggi nel Mar Rosso e
nel Golfo. di Aden, di esercitare moderazione e dimostrare un
comportamento responsabile. Il movimento dovrà rispettare i
principi di sicurezza della navigazione. Chiediamo - ha aggiunto
l'ambasciatore russo riferendosi al sequestro della pure car and
truck carrier avvenuto il 19 novembre nella regione - il rilascio
immediato del Galaxy Leader e del suo equipaggio».
«Detto questo - ha precisato Nebenzia - il tema su quale
siamo riuniti per discutere non può essere visto
separatamente dalle dinamiche regionali. Non è un caso che il
problema della libertà di navigazione nel Mar Rosso e nel
Golfo di Aden assuma dimensioni così allarmanti. Penso che
nessuno dei nostri colleghi negherà che gli sviluppi nel Mar
Rosso sono una proiezione diretta della violenza a Gaza, dove la
brutale operazione israeliana continua ormai da tre mesi. La
situazione si è aggravata anche in altri territori
palestinesi occupati e al confine tra Israele e Libano. Non è
un segreto che nella regione del Medio Oriente vi sia una forte
delusione per il fatto che gli Stati Uniti (che hanno coperto le
azioni di Israele), tengono in ostaggio gli altri membri del
Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e impediscono l'adozione
di una risoluzione che chieda un cessate il fuoco immediato. Usando
ripetutamente il suo potere di veto per farlo, Washington ha
compromesso tutti gli sforzi volti a fornire aiuti umanitari ai
palestinesi. Le due deliberazioni del Consiglio di Sicurezza
adottate in questo periodo - le risoluzioni 2712 e 2720 - rimangono
sostanzialmente non implementate. Ciò provoca rabbia nel
mondo arabo, che talvolta assume forme pericolose come le azioni di
Ansar Allah nel Mar Rosso. Sta diventando sempre più
difficile per i governi del Medio Oriente controllare i sentimenti
delle loro popolazioni, e diventa quasi impossibile quando è
coinvolto un attore non statale».
«Vediamo - ha proseguito l'ambasciatore russo - due
scenari su come può evolvere la situazione nel Mar Rosso. Il
primo (favorevole) è quello di raddoppiare gli sforzi del
Consiglio per risolvere l'annoso conflitto nello Yemen e porre fine
alla violenza nella Striscia di Gaza. Le cause dell'attuale
escalation verrebbero quindi affrontate e la sicurezza della
navigazione sicura nella regione sarebbe ripristinata. Il secondo
scenario (catastrofico) è quello di “spegnere il fuoco”
della crisi nel Mar Rosso versandovi benzina. Ciò - ha
denunciato Nebenzia - è essenzialmente quello che gli Stati
Uniti e i loro alleati ci chiedono di fare. Come abbiamo visto
ultimamente, nel loro armamentario di strumenti hanno solo metodi
violenti. Nel secondo scenario, l'intero accordo per lo Yemen
rischia di essere compromesso. Inoltre, ciò creerebbe
prerequisiti molto concreti per innescare un nuovo grande conflitto
regionale almeno attorno alla penisola arabica. Il pericolo che il
conflitto israelo-palestinese si trasformi in un conflitto regionale
è stato menzionato più volte. E gli avvenimenti del
Mar Rosso non ne sono il primo segnale. Purtroppo a questo punto la
situazione si snoda lungo il secondo scenario. Nonostante il suo
nome di alto profilo, la cosiddetta “coalizione marittima
internazionale” messa insieme da Washington è infatti
in gran parte composta da navi da guerra statunitensi, e la
legittimità delle sue azioni in termini di diritto
internazionale solleva i dubbi più seri. Pertanto, oggi il
nostro compito non è solo quello di ribadire l'esortazione
collettiva nei confronti di Ansar Allah circa l'inammissibilità
delle loro azioni che abbiamo approvato il primo dicembre, ma anche
di raffreddare le “teste calde” di Washington, per le
quali un altro conflitto in Medio Oriente costituisce solo una parte
del gioco geopolitico».
Intanto la situazione di insicurezza per il traffico marittimo
in transito nel Mar Rosso si sta ripercuotendo ovviamente sul canale
di Suez dove in questi ultimi giorni transitano quotidianamente meno
di 50 navi rispetto alle più di 60 nello stesso periodo di
inizio 2023.
- Via Raffaele Paolucci 17r/19r - 16129 Genova - ITALIA
tel.: 010.2462122, fax: 010.2516768, e-mail
Partita iva: 03532950106
Registrazione Stampa 33/96 Tribunale di Genova
Direttore responsabile Bruno Bellio Vietata la riproduzione, anche parziale, senza l'esplicito consenso dell'editore